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Regole d'onore

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Regole d'onore

di sasso67
4 stelle

Sorvolando sull’ennesimo equivoco del titolo (richiamo al film di successo Codice d’onore, di analogo argomento), bisogna subito venire al punto: è un film fascista? È evidentemente il destino di Friedkin quello di venire accusato di fascismo (accadde già con Il braccio violento della legge) nel paese che l’ha inventato e praticato per primo. Non è semplice rispondere, anche perché qui sembrano essere in contrapposizione due tesi, entrambe aberranti. La prima è la posizione del governo americano, pronto a qualsiasi comportamento fraudolento, pur di far prevalere la realpolitik ed a cercare un capro espiatorio da dare in pasto all’opinione pubblica internazionale; la seconda è quella dell’ufficiale dei Marines, che non esita a fare una strage per salvare la vita dei suoi soldati. A me pare evidente che entrambe le tesi siano sbagliate, come non può che essere la soluzione disperata di chi (in questo caso il governo di un paese potentissimo) si è infilato con le proprie gambe in un vicolo cieco. E purtroppo in un vicolo cieco si infila anche l’autore del copione Stephen Gaghan, che tuttavia mette in scena, forse involontariamente, quella che è la pura e semplice realtà dei fatti: gli USA giammai condannano i crimini dei loro militari all’estero, che sia l’Italia (vedasi il Cermis) o l’Iraq (vedasi il caso Calipari). Sono prove d’arroganza come quella narrata nel film che li hanno resi ancora più odiati all’estero. Per il resto, bisogna lodare la direzione di Friedkin, soprattutto nelle scene d’azione, sia quelle ambientate nel Vietnam che quelle ambientate nello Yemen. Resta, a mio parere, poco credibile che un sottotenente che nel 1968 si scontrava con le truppe nord vietnamite faccia ancora parte, trent’anni dopo, delle truppe d’assalto. La recitazione di Tommy Lee Jones e Samuel L. Jackson è ai livelli sindacali, mentre il finale, con il colonnello vietnamita che saluta militarmente il collega americano è deprimente e sorpassa da destra quello già vomitevole di Salvate il soldato Ryan (con la bandiera a stelle e strisce che garrisce al vento). P.S. Tecnicamente non è un film fascista, ma certamente è sciovinista e nazionalista. Comunque, ai posteri l'ardua sentenza.

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