Regia di Fernando León de Aranoa vedi scheda film
Blanco (uno strabiliante Javier Bardem) è il capo di un'azienda che produce bilance di precisione. Determinato ad aggiudicarsi l'ennesimo premio di eccellenza locale per l'esemplarità della sua azienda, Blanco ha una sola settimana (quella che scandisce l'intero film) per sistemare le rogne che provengono da tre fronti: quello di un ex dipendente licenziato che si è accampato proprio davanti allo stabilimento della fabbrica; quello di un suo sottoposto di lungo corso, che pasticcia continuamente con gli ordini per seguire morbosamente le vicende della moglie fedifraga e quello di una giovanissima stagista disposta a tutto pur di assicurarsi un contratto a tempo indeterminato.
Se il capo è perfetto, questa commedia nera non è da meno, con quella lettura grottesca dei modi melliflui con cui il patron dell'azienda rovista, con fare paternalista, tra i fatti privati dei suoi dipendenti. Dopo Escobar, Fernando Leòn De Aranoa, regista e autore del copione, ritrova i guizzi di Perfect Day, portando al parossismo le contraddizioni del modello Toyota, col quale i dipendenti vengono blanditi al punto di trovarsi sotto scacco. Se il plot narrativo funziona come un perfetto meccanismo a orologeria, i dialoghi - con momenti esilaranti e personaggi memorabili (su tutti, quello della guardia giurata) - non sono da meno e la messa in scena, a partire dall'insegna che richiama volutamente quella apposta all'ingresso del lager di Auschwitz, è piena di trovate che - partire dalla bilancia truccata che figura da emblema dello stabilimento - sottolineano simbolicamente il precario equilibrio tra persuasione e ricatto, i bracci armati di una giustizia tanto felpata quanto truffaldina.
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