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La mia ombra è tua

Regia di Eugenio Cappuccio vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La mia ombra è tua

di axe
4 stelle

Il toscano Emiliano De Vito (Giuseppe Maggio) è un giovane come tanti altri; orfano di padre ucciso da un infarto, conseguita una laurea in lettere, non è riuscito a far fruttare il titolo nel mondo del lavoro e tira avanti con le ripetizioni on-line; dopo essere stato lasciato da Allegra, la quale gli rimprovera l'incapacità di affermarsi (o, quanto meno, di essere più coraggioso), è selezionato da un suo ex-professore per entrare in contatto con Vittorio Vezzosi (Marco Giallini), uno scrittore ultracinquantenne il quale, dopo aver pubblicato un unico romanzo, "I Lupi Dentro" ed aver conseguito con esso successo e notorietà, si è ritirato in campagna, ove fa vita riservata. Il nome di Vezzosi torna alla ribalta dopo un accorato intervento di una influencer; tutti si aspettano un seguito del suo romanzo ed Emiliano ha il compito di stimolarlo nella scrittura e riferire i progressi. Il rapporto tra il giovane laureato e l'eccentrico scrittore è complesso; Vittorio ha, comunque, l'occasione di apprezzarlo, pertanto lo sceglie come accompagnatore a Milano, presso la fiera ove si svolgerà la presentazione del nuovo libro. Durante e dopo il viaggio i due avranno modo di misurarsi, comprendersi, evolversi. Tema portante dell'opera del regista Eugenio Cappuccio è, dunque, il confronto. I due protagonisti appartengono a diverse generazioni. Vittorio è un uomo non più giovane; è tratteggiato come un personaggio stravagante, viziato e prepotente, una sorta di bambino troppo cresciuto. Emiliano è timoroso, insicuro, pieno di remore e, soprattutto, di rancore verso le generazioni che hanno preceduto la sua; cresciuto senza padre (non che se ne possa fare una colpa al pover'uomo ma tant'è ...) è stato "illuso" da un consolante contesto universitario, per poi giungere all'improvviso nella vita vera, del precariato, della disoccupazione giovanile, nella mancanza di prospettive all'altezza della sua formazione. Di ciò ritiene responsabili i cinquantenni del suo tempo; la rabbia è espressa confusamente ma è sufficiente per "conquistare" lo scrittore, lieto di trovarsi ad avere a che fare, una volta tanto, con un personaggio che non ha intenzione di compiacerlo. Durante il viaggio e la permanenza a Milano, le prospettive per i personaggi cambiano; Vittorio rivela il suo lato umano, di padre, di uomo ancora innamorato; le sue debolezze; il non aver più nulla da dire (ammette ciò sul palco dell'evento cui era invitato, tra la delusione dei fan, "social-dipendenti" in trepidante attesa); il desiderio di lasciarsi tutto alle spalle. Emiliano supera i propri limiti, o, meglio, li accetta, trova sicurezza nel futuro. La metamorfosi del giovane è rappresentata sulla scena da un mutare d'aspetto; si libera della sua barba scoprendo i lineamenti volitivi del volto. Il confronto sembra esaurirsi in un passaggio di testimone tra i due. E' sempre piacevole vedere all'opera Marco Giallini; peccato che in questo film sia fuori ruolo. Non si direbbe proprio un uomo, pur eccentrico, di cultura. Più nella parte Giuseppe Maggio. Il film è ambientato in un'Italia da cartolina; notevoli i panorami della campagna toscana. Non ho molto apprezzato i contenuti del film. A ben definite premesse segue una messa in scena confusa, con sequenze che non hanno affinità con il tema principale (la notte al night "illegale"; la pazza corsa del carabiniere appassionato di autoveicoli d'epoca) o possono trarre in inganno lo spettatore (il malore del protagonista, il cui verificarsi lascia presagire una ricaduta quale momento chiave del racconto). L'interessante tema del confronto generazionale ha una trattazione incompleta, poco approfondita. Il tutto si conclude con un generico invito alla gioventù di inserirsi con sicurezza negli spazi lasciati liberi da una generazione precedente, ormai stanca ed inaridita, a dispetto di apparenze che suggeriscono tutt'altro. "La Mia Ombra E' Tua" vuol essere un film di formazione strutturato secondo i canoni del road movie (benchè la "strada" sia in realtà molto breve, dalla Toscana a Milano); avrebbe le carte in regola per unire l'intrattenimento alla riflessione, ma fallisce in entrambe. Nulla di originale è aggiunto al tema del disagio giovanile odierno; e le scelte di sceneggiatura inducono un senso di smarrimento in grado di compromettere il piacere della visione.

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