La recensione su El asesino de muñecas

Da bambina, la sorella di Paul (David Rocha) muore in un incidente. La madre, sconvolta, tratta il figlio come se fosse una femminuccia rendendolo mentalmente instabile. Ormai ventenne, Paul viene espulso dalla facoltà di medicina in quanto studente facilmente impressionabile alla vista del sangue. Si stabilisce a vivere nella dimora della contessa Olivia (Helga Liné), presso la quale il padre è impiegato come giardiniere. La padrona di casa tenta di sedurlo, ma Paul passa la maggior parte del suo tempo libero mutilando alcune bambole, sulle quali simula anche operazioni al cuore. Quindi si rende responsabile di una lunga catena di delitti, indossando una maschera e una parrucca, colpendo ragazze per poi "trasformarle" in altre "bambole", da aggiungere alla sua macabra collezione.

El asesino de muñecas: David Rocha "travestito" da killer

L'oscuro cineasta Miguel Madrid esordisce nel 1971 con Necrophagus, un horror bruttarello e male accolto da pubblico e critica. Nonostante l'esito, ispirato dai gialli italiani (in particolare dal già criptico Spasmo, 1974), decide di ritentare scrivendo una sceneggiatura a dir poco confusa. Ingaggia quindi un cast d'attori fuori parte, nel quale risalta David Rocha (un paio d'anni dopo presente anche nel film di Luis Buñuel, Quell'oscuro oggetto del desiderio), protagonista che interpreta, in maniera ridicola, questo effemminato killer dalle posture e movenze gay, mentre mostra più spesso il suo corpo seminudo (sotto la doccia), recitando letteralmente da cane (come il restante gruppo d'attori).

El asesino de muñecas: scena

Miguel Madrid non ha alcuna preparazione come regista (fa anche un cameo nel ruolo di Michael Skaife) e gira un film in maniera davvero amatoriale, aggravando il pessimo risultato in fase di editing, con inserimento di una colonna sonora particolarmente inascoltabile (quindi in tema con la sciatteria generale) e un montaggio singolarmente "schizzato" che, a lungo andare, è causa di una visione sofferta per via degli stacchi di macchina repentini, con cambi di scena ripetuti senza sosta (in genere le sequenze sono limitate a inquadrature di pochi secondi). Le scarse scene splatter o thriller (un paio di delitti e un inseguimento surreale - di fronte a un pubblico di manichini - ad una ragazza) finiscono per essere del tutto trascurabili di fronte all'insieme dei difetti di cui soffre questo inguardabile El asesino de muñecas. Rimasto giustamente inedito in Italia, il film è stato insolitamente apprezzato sull'imdb, ed è diventato in parte di culto in USA con il titolo di The killer of dolls. L'esperienza dietro la macchina da presa per Miguel Madrid si chiude (per fortuna del pubblico) nel 1979, con il suo terzo e ultimo film (Bacanal en directo), che pur essendo un dramma erotico, è risultato anch'esso un mezzo disastro.

El asesino de muñecas: maschera e parrucca del killer

El asesino de muñecas: scena

"La mia prima bambola, di cui mi ricordo, mi fu regalata quando compii tre anni. Il suo vestitino da contadinella sapeva di canapa e di terra, il suo grembialino era rosso come un campo di trifoglio e la sua cuffietta aveva un orlo ricamato di pratoline. Divenne la confidente della mia infanzia. A lei raccontavo le mie pene e le mie esperienze, di cui i grandi non avevano un’idea. Lei invece comprendeva tutto."

(Magda Von Hattingberg)

El asesino de muñecas (Miguel Madrid, 1975) - Titoli di testa 

F.P. 04/08/2021 - Versione visionata in lingua spagnola (durata: 102'38")