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In the Mood for Love

Regia di Wong Kar-wai vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su In the Mood for Love

di montelaura
10 stelle

Di questo film ne sentii parlare per la prima volta da una mia carissima amica taiwanese, che essendo di finissima cultura orientale, aveva dato a questo film una mezza dozzina d'interpretazioni, tutte entusiastiche. Ne ho letto le recensioni estasiate su svariati giornali, ma mi è sempre sfuggito, per una ragione o per l'altra, incuriosendomi sempre di più. Finchè Strangelove, che di questo film va evidentemente matto, non me ne ha procurato una copia. E qui lo ringrazio pubblicamente. Non tanto per essersi scomodato a mandarmelo (questo è ovvio!), quanto per avermi finalmente dato la possibilità si assaporare una pellicola che mi è entrata nel cuore dai primissimi minuti. Scrivo la mia umile opinione in proposito per due motivi:1)alzare il livello di gradimento vergognosamente basso che questo film ha riscosso tra gli opinionisti di filmTV 2)sfatare definitivamente il preconcetto di "orientale = noioso". Io non sono un'amante del cinema orientale, ho visto pochissime pellicole, e forse anche tra le più famose e commercializzate, ma pur non sapendo quasi nulla di cultura orientale, riesco a capire che un film di produzione cinese o hongkonghese o giapponese rispecchiano necessariamente una cultura e una realtà differenti dalle nostre. Modi di vita, ma soprattutto modi di esposizione e rappresentazione totalmente opposti, intimisti, rallentati, spiccatamente figurativi. Sia che si guardi un film orientale, sia che si legga un libro di un autore orientale, si noterà come i contenuti siano esposti per immagini, anzichè per riflessioni o dialoghi, e come i dialoghi e le riflessioni stesse siano espresse in immagini, talvolta statiche, si, ma altamente significative. Ora, posso capire che non tutti apprezzino un 'ritmo' diverso da quello occidentale. Ma classificare per questo un'opera come "In the mood for love" come 'noiosa' lo trovo come minimo restrittivo e banale. Se poi aggiungiamo il fatto che questo film ha il notevole pregio di durare appena 95 minuti, sviluppando in così poco tempo la nascita, il non-divenire e la morte di un amore, mi sembra quasi insultante liquidarlo soltanto come 'noioso' e 'soporifero'. Dopo questo lungo preambolo, passo al mio personale elogio di questo film, straziante, commovente, sorprendentemente passionale pur non fornendo nemmeno un'unica immagine di sesso, foss'anche un bacio. Questo film ci dice di più con i suoi rallenti, con le sue pause, con i fotogrammi congelati in un istante, che con i dialoghi tra i protagonisti. E' un film di incertezze, di reticenze, di infinita solitudine. E' un film di attesa spasmodica: attesa del ritorno di qualcuno, attesa di ricevere sue notizie, attesa di una vendetta, attesa di scoprire la verità, attesa di sentirsela dire, attesa attesa attesa. Un'attesa insoddisfatta che strazia l'anima. Ed è un film d'amore. Di quell'amore tra i più puri. Quello non detto, quello non confessato, quello inatteso, quello non voluto, quello che fa soffrire, quello che fa morire, quello che non trionfa mai. Il regista compie una vera e propria magia nel trasmetterci il racconto di questa storia d'amore destinata fin dapprincipio a non nascere mai. La graduale conoscenza dovuta alla forzata promisquità: stupefacente l'uso quasi claustrofobico degli ambienti, tutti comunicanti l'uno con l'altro, eppure divisi da una serie di porte, e questi corridoi lunghi e stretti; difficoltà, impossibilità di comunicazione, di rapporto, di contatto. Angosciante. Il continuo sfiorarsi dei due protagonisti senza mai toccarsi, e poi il caso (?) che li fa avvicinare, parlare, conoscere, meditare, ragionare. Una sorta di vendetta (facciamo quello che fanno loro, vediamo come hanno potuto farlo, come hanno cominciato) che ben presto si ritorce loro contro, che li fa guardare oltre la contingenza dei fatti, che li fa scoprire l'uno all'altra. L'amore sboccia, e noi lo intuiamo prima che loro stessi se ne accorgano. L'amore passa prima che loro stessi abbiano potuto coglierlo. E il caso che li ha fatti avvicinare, li allontana. Definitivamente. Alla fine, rimane soltanto l'amarezza e il rimpianto di quel che è stato e non è potuto essere e non sarà mai. Chi si è sentito così almeno una volta nella vita, non può non amare questo film.

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