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I fiumi di porpora

Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film

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La recensione su I fiumi di porpora

di FilmTv Rivista
6 stelle

Alta Savoia, zona di Grenoble: viene ritrovato, sulla parete di un monte, il cadavere di un uomo morto molto, molto male. L’hanno mutilato e torturato “scientificamente”, tenendolo in vita per ore con tecnica degna del peggior aguzzino. Intanto, in un paesino vicino, la tomba di una bambina morta dieci anni prima viene profanata. Lo sbirro Jean Reno indaga sul primo caso; l’altro sbirro, Vincent Cassel, sul secondo. Avete già capito: ben presto le indagini diventano una sola, e si incentrano sulla vicina università arroccata fra i monti, dove succedono cose molto, molto strane… Vi abbiamo già detto fin troppo, parlandovi dell’ateneo e dei torbidi giochi di potere fra “prof”. I colpi di scena orchestrati dalla nervosa regia di Mathieu Kassovitz non sono finiti, ma peggiorano man mano che il film va avanti. Come spesso succede nei thriller mistico-esoterici, “I fiumi di porpora” è affascinante finché il mistero incombe, ma casca a pezzi non appena Kassovitz (seguendo la pista del romanzo di Jean-Christophe Grangé) comincia a spiegarlo. L’atmosfera alla “Seven” regge comunque per tre quarti di film, grazie soprattutto all’ambientazione alpina e all’alchimia fra Reno e Cassel. Ripensando ad “Assassin(s)”, poteva andare molto peggio.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 45 del 2000

Autore: Alberto Crespi

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