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Public Toilet Africa

Regia di Kofi Ofosu-Yeboah vedi scheda film

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La recensione su Public Toilet Africa

di alan smithee
6 stelle

scena

Public Toilet Africa (2021): scena

MUBI
Il film Public Toilet Africa, opera prima del regista ghanese Kofi Ofosu-Yeboah, è apparso in anteprima un anno fa al Festival di Locarno 2021, ed è fruibile da pochi giorni sulla piattaforma per cinefili Mubi.
In Public Toilet Africa diverse storie disordinate di vita, rancori, sopraffazioni ed altro si incrociano seguendo la strada della vendetta della bella giovane Ama, ceduta ancora ragazzina come badante ad una famiglia ricca ed ora in cerca dei membri della famiglia che l'ha assunta per riscuotere un credito non pagatole.
Per questo motivo la donna rientra ad Accra, capitale degradata e sprofondata nel degrado, cercando aiuto in un suo spasimante ancora infatuato, mentre attorno circolano storie parallele di un candidato sindaco che fa promesse da mercante simili a quelle attuali di un nostro celebre esponente politico che promette, tra le altre amenità, mille euro di minima per ogni pensionato.
Ma promette anche di installare bagni pubblici ad energia solare, e poi poco dopo progetta la costruzione di un grande resort turistico con un ricco europeo, per arricchirsi come conviene ad un politico scafato e della sua stazza.
Seguiamo anche le disavventure di due ex poliziotti corrotti ormai dediti all'alcol, che sbagliano fermata di autobus e si ritrovano nella capitale del Ghana senza volerlo, in uno stato di ebbrezza che li rende un perenne pericolo per se stessi e per chi ha la sfortuna di incrociare il loro cammino.
Non solo diretto, ma anche scritto, prodotto e montato dal cineasta ghanese Ofosu-Yeboah, Public Toilet Africa si presenta al contempo come un atto d'amore (attraverso vedute di un'Africa schietta e per nulla edulcorata, ma comunque magnifica, attraverso i ritmi della coinvolgente musica di strada che si colora delle pertinenti tonalità vive e quasi abbaglianti dei tessuti che risaltano sul grigio di centri urbani ridotti a poco meno di macerie grigie) e di protesta contro una corruzione che dilaga al punto da divenire un costume di vita inevitabile per districarsi nei meandri di una vita pubblica e privata che non ha più regole né remore pur di salvaguardare singoli interessi privati a scapito di un bene pubblico in balia di singole avidità.
Il regista scandaglia vergogne come la corruzione dilagante, ma anche usi e consuetudini assurte a legge, come la picaresca parentesi del processo al ladro di capre che si difende da solo.
Non tutto fila liscio, ed anzi districarsi tra le storie che si intrecciano con calcolata indolenza l'una sull'altra, non sempre risulta agevole, ma il film mostra una sua dignità stilistica da noir sofisticato che resta attaccato alla vita reale di un paese che si trova ancora costretto a fare i conti con lo spettro del colonialismo che lo ha consumato ed impoverito sino alla fame.
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