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Gli aristogatti

Regia di Wolfgang Reitherman vedi scheda film

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La recensione su Gli aristogatti

di LorCio
8 stelle

Nella cornice di una Parigi da Gran Cancan e un po’ Belle Epoque, una frizzantissima avventura animata targata casa Disney con più di un motivo di interesse. Intanto la storia è avvincente e prende a modello vari generi (anche in voga all’epoca della realizzazione): il sale al racconto lo dà il tocco di avventura e quasi da road movie che permette ai cinque gatti di incontrare bizzarri personaggi – cito le tre simpatiche oche, le zitelle Ocalina e Guendalina e il loro ebbro zio Reginaldo, ma soprattutto la scanzonata gang di animali jazzisti, di cui va ricordata la tromba triste di Scannacat. Poi c’è anche un po’ di leggerissimo thriller all’acqua di rose, particolarmente nello scontro finale fra il repellente maggiordomo Edgard e i gatti. Proprio Edgard è uno dei cattivi disneyani più memorabili, avido e subdolo. Da non dimenticare neanche la padrona dei gatti, la voluttuosa signora Adelaide, il cui passato è solo immaginabile (è un film Disney, mica possiamo farci troppe domande – ma come ha fatto la vecchia a racimolare tutti quei soldi?). A dare la voce al coatto Romeo (irlandese nella versione originale), “er mejo der Colosseo”, c’è un Renzo Montagnani non ancora alle prese con le poppe della Fenech e i fondoschiena della Bouchet, ma tutto intento nel conquistare l’aristocratica gatta Madame, mamma premurosa di tre mici dai nomi eleganti. Wolfgang Reitherman modula tutto su regisri follemente jazz.

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