Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Un affresco di depravazione e perversione malsana. Una lirica indemoniata sulla più profonda perversione umana. Un manifesto di limpidezza surreale ma reale, sulla questione fascista e la visione della destra come non-cultura, come il nonplusultra dell'inconsapevole autodistruzione e autoumiliazione. L'uomo nella sua più acida e inconcludente lesione infinita e infernale. Salò, l'Antinferno, e poi a seguire i Gironi infernali danteschi fino alla fine della sadicità e della crudeltà. Incesto, sesso, orgia, poesia e incanto antirazionale e controemozionale. Blocco della vita e inizio dell'agonia. Una favola con il lupo che mangia Cappuccetto Rosso, i Porcellini resi a speck e prosciutti da una griglia diavolesca. La donna resa a prostituta, l'uomo a bisessuale, ingrato e fetido, sconsiderato, scostumato ed esageratamente costipato di glorie anti-gloriose, seducenti nei confronti del membro maschile o femminile che sia. Il potere vince ed evince odio, e distruzione. Pasolini inquadra bene il libro di De Sade, inquadra bene i suoi ideali politici, scrive bene le battute con una delicatezza poetica che in un contesto del genere mantenere così freddo e chiaro dà dell'incredibile. Colonne sonore e scenografia da brivido, considerando che a occhi chiusi, al solo ascoltare di cotanta meravigliosa melodia si penserebbe a qualcosa di piacevole e dolce, quando l'unica cosa che meravigliosa nella visione è la splendida fotografia sposata da delle inquadrature degne di uno die più grandi cineasti italiani di sempre. Un grandissimo capolavoro.
Ennio Morricone nei titoli di testa e di coda. Il resto è uno degli accompagnamenti più geniali della storia del cinema. Pianoforte dolce e angelico che accompagna come in una strada verso Lucifero, le anime dannate al massacro e alla fine più dolorosa e efferata. Paradossale e fantastica.
Un poeta, sempre e comunque.
Paolo Bonacelli: prestazione maiuscola; Aldo Valletti: strepitoso. Firma una interpretazione unica e irripetibile, magnifico.
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