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Giochi carnali

Regia di Andrea Bianchi vedi scheda film

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La recensione su Giochi carnali

di undying
4 stelle

Ultimo film da interprete per Sirpa Lane: un porno italiano scomparso per anni dalla circolazione, sino al recupero avvenuto attorno al 2000 grazie a un ciclo di VHS curate da Nocturno cinema. Ne firma la regia Andrea Bianchi, all'opera su un dramma annunciato come ispirato da fatti realmente accaduti.

 

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Carlo (Franco Parisi) e Michele trascorrono le notti tra la città e la campagna, alla ricerca di ragazze da violentare. L'incontro occasionale con un travestito suggerisce a uno di loro di camuffarsi da donna, per apparire come una coppia e approfittare così più facilmente di qualche ingenua autostoppista. Nella vita quotiana Carlo è infelicemente sposato e vive con la moglie e uno zio, mentre Michele con l'anziana madre. La dottoressa Daniela Mauri (Sirpa Lane), dopo essere entrata in contatto con l'ultima loro vittima - una minorenne - finita in ospedale dopo lo stupro, decide di denunciare i crimini alla polizia. Dopo aver instaurato una relazione con il giornalista Giorgio Anselmi (Massimiliano Baratta), Daniela finisce accidentalmente tra le mani dei violentatori. Rimasta a piedi con la macchina, i due stupratori le offrono ospitalità in una villa isolata con la scusa di chiamare i soccorsi, ma in realtà dopo averla drogata abusano vigliaccamente di lei.

 

"Per me si tratta di criminali e basta. E non c'è punizione sufficiente, per i delitti da loro commessi. Il vero guaio è nell'insufficienza delle leggi che abbiamo: violentare una donna è un peccato veniale. Da secoli noi giochiamo al ruolo delle tentatrici, delle corruttrici. Che altro avrebbe potuto fare un povero indifeso uomo, contro le subdole armi ammaliatrici di una bella donna? Gli stessi giudici, in quanto uomini, sono portati a comprendere, in qualche modo a giustificare, il cosiddetto attimo di follia erotica. Chi ci fa la figura della puttana è sempre quella disgraziata che ha subìto la violenza. Senza contare l'automatico rigetto dell'opinione pubblica, che idolatra ancora la verginità ad ogni costo. Penso a volte che se fossi un giudice... qualche volta la legge del taglione non è poi così sbagliata." (Daniela Mauri/Sirpa Lane)

 

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Giochi carnali: Pauline Teutscher

 

Sirpa Lane (1952 - 1999) chiude la carriera d'attrice con un film che davvero non la meritava come interprete. Vittima di una produzione, e con lei probabilmente l'intero cast, che all'insaputa dei partecipanti solo in fase di editing ne predispone una versione hard, con inserti di close-up girati da anonime controfigure e appiccicati (anche male) sulle scene che vedono in azione gli attori principali. È triste vedere le immagini di Sirpa interpolate cagnescamente con frammenti di penetrazione o blowjob. Operazione della quale la bella attrice era del tutto inconsapevole. Questo tipo di lavorazione (al limite del legale) era frequente in quegli anni, e veniva praticata non solo da Bianchi (ved. Malabimba o Altri desideri particolari) e altri cineasti, ma spesso dagli stessi produttori.

Per questo Giochi carnali (con sottotitolo, nei crediti di apertura: Exciting love girls), evidentemente sin dall'origine pensato come porno e non a doppia versione, Andrea Bianchi [1] lavora su una sceneggiatura di Piero Regnoli, che fin dall'inizio ci viene detto essere stata sviluppata sulla base di fatti realmente accaduti. La colonna sonora prevede l'utilizzo di musiche esistenti (quindi riciclate, ma accreditate nei titoli) del grande Berto Pisano [2]. I primi otto minuti di Giochi carnali propongono la pornostar Pauline Teutscher, unica interprete non controfigurata, costretta a subire la violenza congiunta dei due aggressori sotto minaccia di coltello. La regia però non inquadra mai i due uomini (non essendo i protagonisti coinvolti nell'hard), ma in dettaglio i membri dei controfiguranti. Già con la seconda vittima, Florence Aubry [3] nel ruolo di una svedese abbordata mentre fa l'autostop, le scene porno appaiono appiccicate all'insaputa della protagonista. E così sarà sino alla fine.

 

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Giochi carnali: Florence Aubry

 

Un taglio ben poco simpatico di sgodevole ironia pervade il film, con la presenza di Vittorio Zarfati nel ruolo dello zio di Carlo, un vecchietto arzillo e assatanato alle prese con un binocolo per spiare dalla finestra e sempre in grado di cogliere il nipote nei momenti meno opportuni. Questo aspetto (comico mancato), abbinato a una serie di dialoghi penosamente finto femministi e al fatto che sia sottolineata la veridicità alla base della storia, conferisce al film un aspetto squallido e un sottofondo deplorevole, simile all'assunto di una tacita giustificazione agli atti aberranti compiuti dai due stupratori. Non è certo un finale vendicativo (girato malissimo, come buona parte del film), contraddistinto dalla violenta reazione della dottoressa, a rendere meno misogino il film, come risulta evidente anche dalla (probabilmente finta) didascalia finale [4].

 

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Giochi carnali: Sirpa Lane

 

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Giochi carnali: la prima edizione del film in home video (Shendene & Moizzi, 2000)

 

Citazioni

 

Michele, quando non è in coppia (vestito da donna) con il socio alla ricerca di ragazze da violentare, passa le giornate in casa, subendo le imposizioni matriarcali, tra le quali rientra anche la visione di trasmissioni televisive tipo... "Bianchi Pascoli, conversazione eucaristica di Padre Cardillo".

 

Il giornalista Anselmi discute con la dottoressa e a un certo punto le domanda: "Posso chiamarti mamma?"

Alla risposta di Daniela, con altra domanda ("Perché?"), prosegue: "Diciamo che è la tendenza a tornare nel ventre materno."

 

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Giochi carnali: Franco Parisi 

 

NOTE

 

[1] Andrea Bianchi, noto ai più per tre deliranti ma divertenti horror (Le notti del terroreNude per l'assassino, Massacre), per lungo tempo (causa sue affermazioni non verificabili e in realtà supportate ambiguamente solo dallo pseudonimo utilizzato - Andrew White) è stato considerato regista, in trasferta americana, di alcuni episodi della serie TV Ai confini della realtà, girati attorno al 1969-1970. Una leggenda probabilmente, generata dall'informazione apparsa per la prima volta sul "Dizionario del Cinema" di Poppi-Pecorari, al quale si sono poi accodati Andrea Di Quarto e Michele Giordano (in Moana e le altre. Vent'anni di cinema porno in Italia, 1997) e lo stesso Nocturno cinema (cifr. booklet allegato alla VHS di Giochi carnali)

 

[2] Nella sequenza da commedia sexy, del tutto inadatta al tema di Giochi carnali, che vede Carlo costretto a soddisfare la moglie, la colonna sonora che accompagna la scena è presa in prestito dalla soundtrack di La bella Antonia prima monica poi dimonia (Mariano Laurenti, 1972)

 

[3] Interpreta una svedese, ma lo è anche nella realtà. La carriera cinematografica di Florence Aubry finisce qui, ed è stata particolarmente breve, figurando nel suo curriculum solo un altro titolo (Travolto dagli affetti familiari di Mauro Severino, 1978)

 

[4] "La dottoressa è stata condannata a 8 anni e i 2 violentatori a 4"

 

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"Lei ha usato l'espressione stupro 'legittimo' come se esistesse anche lo stupro 'illegittimo'. Cercherò di spiegarle l'effetto che ha sulle menti, cuori e anime dei milioni di donne che vengono stuprate su questo pianeta. È una forma di stupro reiterato. Il presupposto alla base della sua affermazione è che non ci si deve fidare delle donne e delle loro esperienze. Che la loro comprensione di cosa è lo stupro deve essere stabilita da un'autorità superiore, più qualificata. Così facendo vengono delegittimati, minati e sminuiti l'orrore, l'invasività, la profanazione che hanno sperimentato. Questo le fa sentire sole e impotenti tanto quando si sentivano al momento dello stupro."

(Eve Ensler)

 

Giochi carnali (Andrea Bianchi, 1983) - Clip

 

F.P. 19/06/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 108'56")

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