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Ogni maledetta domenica

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su Ogni maledetta domenica

di FilmTv Rivista
6 stelle

Ti prende per la gola con una botta di adrenalina, l’inizio di “Ogni maledetta domenica”. Perché la macchina da presa non sta ferma un secondo, perché gli uomini della linea di difesa sembrano colossi aggressivi e gli avversari dell’attacco belve sanguinarie, pronte ad assaltare la preda. Nella fattispecie, la preda è la palla ovale e la “guerra” è quella che si scatena “any given bloody sunday” sui campi Nfl del football americano. Cercano di tramortirti spiazzando la visione, i minuti iniziali di “Ogni maledetta domenica”, metafora del cinema secondo Oliver Stone. Cinema frastagliato, irruento, eccessivo, retorico, con un regista/allenatore che urla come un ossesso a bordo campo o meglio, “fuori campo”. Il set del suo nuovo film, dunque, è quello che i gladiatori americani percorrono per strappare un touchdown. Stone racconta la sua storia: una squadra amministrata dalla rampante Cameron Diaz, che pensa alle copertine di “Sport Illustrated” e non all’essenza del gioco. Un allenatore vecchio stampo, Al Pacino, schiavo un po’ del (suo) personaggio, che pensa al gioco e non al business. Un campione acciaccato, Dennis Quaid, che fatica a rientrare nella rosa. Il suo contraltare, l’emergente Jamie Foxx, destinato a diventare il primo leggendario quarterback afro, sempre che maturi e lasci perdere il divismo e il radicalismo da black panther. Ogni personaggio è poco più che una figurina appiccicata al resto. Non che siano importanti le psicologie, ma Cameron Diaz-Lady Oscar (papà voleva un maschietto, e quindi...), pronta ad un repentino quanto improbabile ravvedimento, è ridicola. Ma, si dirà, contano solo la tecnica, il linguaggio, il talento di un regista che cerca di filmare il non filmabile e non sempre ci riesce. “Ogni maledetta domenica” conferma una (brutta) impressione: Oliver Stone ha ormai poco da aggiungere a tutto quello che ha già detto/mostrato. E quel poco lo grida fastidiosamente a squarciagola.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 17 del 2000

Autore: Mauro Gervasini

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