Regia di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne vedi scheda film
Rosetta è viva, energica, problematica, in (apparente) contraddizione con se stessa. Perché è coraggiosa, spontanea e a suo modo spietata. I Dardenne ne annullano ogni irreale movimento incorporando il loro sguardo su di lei; zavattinianamente parlando non c'è pedinamento migliore di questo. Ma il quadro che ne esce non è di fittizio documentarismo né di approssimativa messa in risalto dell'atto di vivere. Quello che traspare è tutto all'opposto: è la verità dell'esistenza di un'anima sofferente. Rosetta trasmette tutta sé attraverso i suoi atteggiamenti e soprattutto attraverso il suo corpo, come nella ripetuta natura anche un po' ossessiva dei suoi gesti e dei suoi rituali. Rosetta, in poche parole, è semplicemente nel tempo e nella realtà, perché soffrire - come scriveva Emil Cioran - è "il solo modo d'acquisire la sensazione d'esistere".
http://ritornoallaragione.blogspot.it/2014/11/esistere-piu-che-mai-esistere.html
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