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Per niente al mondo

Regia di Ciro D'Emilio vedi scheda film

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La recensione su Per niente al mondo

di barabbovich
8 stelle

Bernardo (Caprino: perfetto) è un cuoco sopraffino con la passione per le corse da rally nella piccolissima provincia di un imprecisato nordest. Proprio quando il suo ristorante è in odore di una stella Michelin, Bernardo viene accusato di essere la mente di una rapina nella villa di un facoltosissimo amico. Nonostante sia innocente, è costretto a farsi un anno di carcere. Ed è qui che conosce un galeotto croato (Isakovic) al quale farà ricorso una volta uscito dalla casa circondariale. Gli “amici”, infatti, gli hanno voltato le spalle, la sua amatissima figlia lo guarda in tralice (Casagrande), i creditori gli stanno col fiato sul collo, l’attività che sognava è ormai una chimera sicché Bernardo dapprima si arrabatta in locali di quart’ordine, per poi decidere di cambiare vita…

Dopo l’apprezzato Un giorno all’improvviso, il giovane campano Ciro D’Emilio si conferma regista di talento con un film che è innanzitutto un limpido trattatello di sociologia della devianza, in linea con le teorie di Sutherland sull’associazione differenziale: in soldoni, se la tua identità non ti viene riconosciuta dal gruppo di riferimento e hai l’occasione di essere socializzato in un altro nel quale ti vengono giustamente attribuiti capacità e talento, allora la tua traiettoria esistenziale può cambiare, alla ricerca di un riconoscimento che altrove non ti viene dato. Alla pregnanza dei contenuti, peraltro ispirati a una storia tanto vera quanto tragica, D’Emilio aggiunge la qualità di una forma che – giocando impeccabilmente sulla diffrazione temporale del racconto – si avvale di una sceneggiatura solidissima, servita da attori in stato di grazia. Peccato soltanto, ancora una volta, per la scelta di un titolo destinato a farsi dimenticare.

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