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Lavagne

Regia di Samira Makhmalbaf vedi scheda film

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anonimo (27615)

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La recensione su Lavagne

di anonimo (27615)
6 stelle

Sì ma.... i dialoghi? Capisco il fatto che siamo in terra straniera, e che le nostre normali frequentazioni dettate dalla distribuzione ci abituano ad altre cose, ma non è comunque comprensibile un impoverimento così banale del "parlato", dal risultato così noioso... Non è il primo film iraniano che si vede qui da noi: certamente la piaga del doppiaggio ha contribuito a rovinare questo film, ma basterebbe ripensare ai film di Bhaman Ghobadi (che qui è attore, uno dei maestri erranti) per rendersi contro che il modo di colloquiare può essere diciamo “normale , e che questa scelta artistica della rampolla di casa Makhmalbaf, pur premiata col premio speciale della giuria a Cannes 2000, è molto discutibile. La scena del matrimonio dell'insegnante, ad esempio, dura cinque minuti buoni in cui sono paranoicamente ripetute le stesse parole, l'insistenza anch'essa paranoide dei maestri che vogliono alfabetizzare.... Mah.... forse è una scelta precisa della regista, ma una impostazione diversa dei dialoghi avrebbe contribuito a fare di questo film un ottimo film. Invece ci si deve accontentare, fingendo di assistere ad un film muto, di un ottimo spunto per la sceneggiatura (l'incipit del film, lavagne in movimento su per sentieri scoscesi, un film camminato, errante, dove il fermarsi crea un senso di sospensione e di attesa per un accadere improvviso), di un'ottimo girato (grazie anche ai paesaggi in cui il film è ambientato), di alcune fasi in cui il film, grazie anche ad un uso potente della musica (o meglio musicalità, a volte espressa semplicemente con il canto del muezzin e delle sue preghiere) guizza improvvisamente fuori dall'acquitrinosa noia che lo pervade (la scena in cui i soldati, presenti ma invisibili per tutto il tempo, sparano in un agguato sui bambini/muli, già conosciuti dagi appassionati del genere grazie al film "A time for drunken horses", è di grandissimo impatto emotivo), di un simbolismo molto intelligente (le lavagne erranti stesse sono la rappresentazione dello sforzo di una cultura ancora arretrata che si sforza in ogni modo di uscire dall’ignoranza imposta dal potere, compito al quale questo filone di registi persiani contribuisce notevolmente ad assolvere). Un’occasione sfruttata solo a metà, sulla cui parziale riuscita grava forse il peso di una famiglia di cineasti (quella Makhmalbaf appunto) diventata ormai un impero, e costretta a fare ed essere “scuola” a tutti i costi. Il che non è necessariamente positivo, anzi…. Forse allentare ed andare oltre il monopolio makhmalbafiano potrà allargare gli orizzonti della cultura cinefila mediorentale, o perlomeno allargare più efficacemente le vedute dell’occidente sulle problematiche di questi affascinanti paesi.

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