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Regia di Silvio Soldini vedi scheda film

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La recensione su 3/19

di Furetto60
7 stelle

Bel film di Soldini. Ottima l'interpretazione di Kasia Smutniak

Milano, con i suoi grattacieli di acciaio e vetro che svettano in alto, le gru che si stagliano all'orizzonte e poi le multinazionali indaffaratissime, con le sale riunioni, gli affari milionari, Il mondo dell'alta finanza in tutta la sua squallida grettezza, con  individui grigi, spersonalizzati e anonimi, che declinano numeri e tecnicismi inglesi e hanno rinunciato a qualsiasi scampolo di umanità; Camilla si muove in questo ambiente, avvocato di successo e  donna rigorosa, esigente con sé stessa e con gli altri, ha quarant'anni, alle spalle un divorzio e una figlia Adele, ribelle e polemica. Nel suo campo forse è la migliore, non stacca mai con il lavoro, ha sempre il suo smartphone a portata di mano, il suo tempo è scandito da noiosi meeting, cavilli burocratici da escogitare, cene fast food e una relazione superficiale con un uomo sposato; una sera dopo aver litigato con il suo capo, si catapulta improvvisamente fuori dall’auto, nella strada sotto la pioggia, forse è passata con il rosso, o forse no, non ricorda, ma uno scooter per evitarla finisce fuori strada, causando la morte di uno dei due ragazzi a bordo, probabilmente un immigrato clandestino, l'altro scappa via. Questo tragico evento innesca il cortocircuito emotivo di Camilla, che invece di “archiviare” il fatto, tanto più che giuridicamente non sarebbe perseguibile, comincia a indagare per scoprire l’identità dello sfortunato centauro.  Melodramma, con venature thriller, per virare poi in  racconto intimo, ricorda per le dinamiche il  film iraniano “il dubbio un caso di coscienza”. Ad interpretarlo  qui c’è Kasia Smutniak,in un ruolo che ne esalta la grande forza espressiva, l'algida Camilla, su cui l’attrice,  ben diretta dal regista, svolge un accurato lavoro in sottrazione;                            dapprima pragmatica e concreta, poi sconvolta e confusa, infine determinata, Camilla si butta caparbiamente “senza rete”, in un’indagine che può sembrare pazzesca, arriva a “sequestrare ”in casa sua un extracomunitario, convinta a torto che sia il motociclista dell’incidente. Va alla Polizia in cerca di risposte, ma ne ricava solo diffidente ostilità, quindi  si reca all’obitorio, ne conosce il mite direttore Bruno, scava nella vita del defunto a caccia di indizi, nel frattempo ricuce il rapporto con la figlia. Soldini autore anche della sceneggiatura, allestisce egregiamente la rete di dinamiche attorno ad un'assenza, un corpo morto, il terzo non identificato nel corso del 2019 a cui allude il titolo del film; di quello nessuno sa nulla, nessuno lo reclama, però se ne scopre il nome Hamed Hassan, forse è falso, ma è quello che si legge sul tesserino della mensa dei poveri, il resto è racchiuso in un sacchetto di plastica alla voce effetti personali: una manciata di soldi contanti, una piccola foto tessera con il volto di una donna e una lettera incomprensibile; dargli un'identità e una degna sepoltura, per Camilla diventa un'ossessione ma anche l’occasione forse irripetibile, per fare i conti con il senso di colpa che la divora dall’interno e affrontare un mistero del suo passato. Il film è un viaggio introspettivo nell'animo umano, verso la riscoperta di sé. Una rinascita cadenzata dalla visione di un bosco autunnale, la cartolina in cui la protagonista trova asilo quando ha bisogno di riprendere fiato; nell'incontro con  Bruno alias Francesco Colella, che va ben oltre la semplice conoscenza, il mondo cinico della Milano dei piani alti va in attrito stridente con quello più intimo e dimesso, delle file alle mense dei poveri. Cosi il tempo rallenta e diventa quello ideale per imparare ad accorgersi degli altri, capirli, amarli e ridare un senso alle cose. L’opera di Soldini, molto coesa e compatta, ci ricorda quanto sia fondamentale il nostro lato umano, che va compreso e ascoltato. Bisogna prendersi cura di lui, ci dice Bruno, altrimenti rischiamo di essere anestetizzati in una dimensione da cui è impossibile uscire.

 

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