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Ero in guerra ma non lo sapevo

Regia di Fabio Resinaro vedi scheda film

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La recensione su Ero in guerra ma non lo sapevo

di barabbovich
4 stelle

Il 22 gennaio 1979 il gioielliere milanese Pierluigi Torregiani venne rapinato, insieme ad altri, in un ristorante. Nello scontro a fuoco che ne scaturì morì un bandito, ma la perizia balistica stabilì che non fu la pistola del gioielliere a sparare. Fatto sta che, complice anche la carta stampata, da lì a poco Torregiani divenne l'obiettivo di alcuni gruppi eversivi (PAC in testa), desiderosi di vendicare la morte del compagno. Torregiani - non è uno spoiler, ma storia - morì poco più di un mese più tardi, per mano di quel Cesare Battisti che si diede alla clandestinità per decenni.
Come già in Mine e Appunti di un venditore di donne, il regista Fabio Resinaro torna a proporci il suo cinema fazioso e destrorso sotto l'egida produttiva di Luca Barbareschi, uno che non ha mai fatto mistero delle sue simpatie politiche. Ne esce il ritratto del più spaccone dei bauscia, interessato solo agli sghei anche se con tre figli adottivi a carico, interpretato in maniera survoltata da un Francesco Montanari che, soprattutto quando veste i panni dell'imbonitore televisivo, sembra la versione caricaturale del Milanese Imbruttito, che di per sé è già una caricatura. Se la macchina narrativa si inceppa più e più volte per la faziosità del racconto - che il regista tenta di attenuare con inserti da filmati d'epoca inseriti ad capocchiam - sul piano formale le cose non vanno meglio: abuso di droni e qualche ripresa sghemba non riescono a coprire le falle di una regia che affida la recitazione a un cast meno che mediocre e di livello amatoriale e di uno script abborracciato e settario che meriterebbe un posto nella stessa bacheca dei pochi fascisti prestati al cinema come Stefano Calvagna e Renzo Martinelli.

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