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Comedians

Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Comedians

di axe
6 stelle

Dopo aver partecipato ad un corso del maestro della commedia Eddie Barni, alcuni aspiranti comici si esibiscono per la prima volta di fronte ad un vero pubblico. Bernardo Celi, anch'egli esperto dell'arte della comicità, assiste, in qualità di esaminatore, nonchè di talent-scout, alle esibizioni. Chi, tra questi personaggi, autori di prestazioni oggettivamente non indimenticabili, sarà promosso ? Tratto da un'opera del drammaturgo britannico Trevor Griffith e diretto da Gabriele Salvatores, "Comedians" tratta interessanti questioni circa l'arte della comicità utilizzando quale modello le vicissitudini di chi aspira a farne pratica. I debuttanti descritti nel film sono persone insoddisfatte della propria routine. Ognuno spera nel successo, per poter cambiare vita, avere nuove fonti di guadagno; oppure non ci spera, ma desidera semplicemente poter esprimersi liberamente. Sono molto diversi, nella realtà, i comici, da come appaiono o - nel caso dei nostri - tentano di apparire sul palcoscenico. Insicuri, annoiati, insoddisfatti, rancorosi, ipocriti; sono i "relitti" di una quotidianità logorante alla disperata ricerca di una via di fuga. Le prestazioni rese di fronte al pubblico non aprono, se non a due di loro, tale strada. Ma essi hanno saputo trarre giovamento dagli insegnamenti ricevuti ? Eddie, da anziano uomo di spettacolo, ha dato il meglio di sè; ciò non del tutto è di aiuto agli allievi, destinati ad essere giudicati da Bernardo, altrettanto buon conoscitore dell'arte della risata, ma privo di quell'idealismo del collega. Tra Bernardo ed Eddie esiste, infatti, un rapporto di amore/odio che potrebbe influenzare la valutazione. Di certo, Celi non agevola gli speranzosi debuttanti, ma neppure lo ostacola. Tra essi alcuni non riescono nello scopo della loro presenza sul palco. Non fanno ridere. E' il caso di chi cerca di "giocare facile" ricorrendo a luoghi comuni e stereotipi (Cacace, interpretato da Vincenzo Zampa), o della coppia (Filippo e Leo, interpretati da Ale E Franz) il cui rapporto è minato da una discordia di fondo che travalica il sodalizio artistico, o ancora da chi è talmente deluso e disgustato del mondo che lo circonda, da non essere in grado neppure più di riderne (Giulio, interpretato da Giulio Pranno). Per costoro non c'è futuro, in qualità di comici. Per i due "promossi" - Gio, Walter Leonardi e Samuele, Marco Bonadei - c'è una qualche possibilità. Ma essi non sono umanamente migliori degli altri. Semplicemente, riescono a strappare un sorriso in più, mostrano personalità e convinzione, sanno variare e fare un'autoironia un minimo convincente. Ce n'è quanto basta per interessare Celi (Christian De Sica) il quale tra l'altro è un impresario, e pertanto, così come i due "promossi", ha un interesse anche economico. E' ciò che lo contrappone ad Eddie (Natalino Balasso), il quale vive di insegnamento. Per il primo, la comicità è prettamente "prodotto"; chi la esercita deve muovere al riso tout-court; condurre al successo - ed al guadagno. Per il secondo, la comicità è arte. Ammette dunque l'instrospezione, l'influenza di idee e stato d'animo nell'espressività. Ciò conduce all'estremo rappresentato dall'esibizione di Giulio, che ha tutto di personale e nulla di comico. L'epilogo vede ogni personaggio tornare alla propria vita. Per i "promossi" non c'è neppure la gioia di condividere la loro piccola vittoria con altri; sono soli, proprio come i "perdenti", come Celi, come Eddie, che si prepara a iniziare un nuovo ciclo d'insegnamento con altri. Servirà ? O sono energie disperse negli assurdi meccanismi del quotidiano ? La visione di "Comedians" lascia francamente spiazzati. A caldo, si ha l'impressione che il racconto, ambientato tra una scalcinata aula scolastica ed un buio locale dai dettagli indefiniti, rimanga irrisolto e privo di senso. Da successiva riflessione - gli spunti non mancano - è possibile comprendere alcuni pensieri; non solo circa la difficoltà del "mestiere" del comico, il quale potrebbe essere un personaggio che non ha alcuna voglia ne' di ridere, ne' di lasciarsi deridere, ma anche sul rapporto tra espressione artistica e chi la esercita. La mia interpretazione è pessimista; essa, nei casi rappresentati nel racconto, non è mai fine a sè stessa; e, quando lo è, diventa dramma. Quello stesso dramma, di una quotidianità opprimente ed un'assenza di prospettive, sorte comune di ogni personaggio che appare nel film.

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