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Belfast

Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Belfast

di yume
8 stelle

Storia di un bambino che a nove anni ha dovuto capire che in quel mondo meraviglioso dove credeva di vivere c’era anche la guerra.

locandina

Belfast (2021): locandina

Branagh è nato a Belfast. “Belfast è una città piena di storie. Ho vissuto i tumulti sul finire degli anni Sessanta: è stato un periodo molto drammatico e violento. Mi ci sono voluti cinquant’anni per trovare il modo giusto per raccontare ciò che io e la mia famiglia abbiamo vissuto“.

Buddy (Jude Hill) è dunque lui,  ha nove anni, l’età giusta per andare a scuola da solo, innamorarsi della compagna bionda del primo banco, amare i nonni più di ogni altra cosa e farsi trascinare via dal suo mondo da genitori buoni, volenterosi, molto vicini ai figli (c’è anche un fratello più grande) ma da Belfast negli anni sessanta chi poteva scappava.

Le ragioni per lasciare tutto e dare un bel taglio alle radici sono sempre innumerevoli, il risultato uno solo: rimpianto, dolore, una malinconia che non ti lascia più, anche quando la fortuna ti arride, la carriera brilla (e Branagh ne è la prova vivente) il tempo cicatrizza.

Su questa vicenda del vivere umano, nomadismo che appartiene alla specie ma non per questo è meno duro da elaborare quando ci si lascia alle spalle un pezzo di vita che credevamo eterna, Kenneth Branagh torna ai fasti del suo buon cinema, quando Poirot e treni internazionali non lo tentavano neppure.

Belfast è il titolo e dice solo sé stesso, una città industriale, vie, case, persone.

Chi ci viveva lo sa com’era veramente e come è tornata ad essere per i turisti di oggi, chi no l’associa a quel martellamento quotidiano di fine anni sessanta e tutti gli anni settanta, quando giornali e telegiornali avevano il loro da fare perchè le guerre, si sa, danno molto lavoro, e peccato che le due Guerre Mondiali non potessero andare in onda, troppo premature.

Kenneth Branagh, Lewis McAskie, Jude Hill, Judi Dench, Jamie Dornan, Caitriona Balfe

Belfast (2021): Kenneth Branagh, Lewis McAskie, Jude Hill, Judi Dench, Jamie Dornan, Caitriona Balfe

Tornando alla Belfast di Branagh, la vediamo, o meglio, ne vediamo ben poco: la strada dei giochi d’infanzia, il cinema che Buddy ama tanto, e così belle scena sulle schermo da “Mezzogiorno di fuoco”, “L’uomo che uccise Liberty “ Valance “ e "Chitty Chitty Bang Bang" preludono alla sua futura vocazione,un supermercato devastato da un esproprio all’arma bianca dove Buddy viene trascinato dalla ragazzina più grande e, tanto per partecipare, prende una scatola di detersivo Bio pensando di far cosa utile alla mamma, qualche serata tipicamente irlandese al pub dove si canta e si balla bevendo birra.

Il quadro di vita modesta e tranquilla è sconvolto da un attentato, la strada esplode di molotov, piovono pietre, contro chi non si sa bene, ce l’hanno, sembra, con la famiglia di Buddy che è protestante ma ha il difetto di non essere allineata con la fazione che vorrebbe gli altri, i cattolici, tutti morti. Ma tant’è, la pacifica convivenza con i vicini diventa una colpa, l’angoscia comincia a serpeggiare, il futuro non promette bene.

Belfast (2021): Trailer ufficiale italiano

Bisogna andarsene, il padre carpentiere già lavora in Inghilterra e torna ogni due settimane, che senso ha stare a Belfast e rischiare la vita?

I nonni? Catherine del primo banco? Pazienza, tutto passa e si trasforma, i nonni ben presto spariranno, anzi il nonno è andato già via, Catherine forse diventerà una grassa casalinga piena di figli o forse no, ma meglio ricordarla bambina.

Belfast 1969, la storia comincia da lì, in un bianco e nero purissimo.

Il Buddy cittadino di Belfast lo conoscono tutti, nel quartiere, glielo garantisce il nonno. Di là dal mare, invece, non lo conosce nessuno, perché attraversarlo?

Buddy è bello, biondo, due dentoni incisivi tipici dell’età sempre in primo piano perché Buddy è allegro, sorride a tutti.

Ma padre e madre sono minacciati perché diversi, benchè protestanti in una strada di cattolici, non aderiscono alla causa del lealismo dell'Ulster e le intimidazioni e il lancio di pietre alle finestre ne sono la conseguenza.

Fuggono appena in tempo, negli anni settanta Belfast diventò una città fantasma dove si rischiava di morire ogni sera per una guerra “ a bassa inensità”, come la chiamavano, guerra che arrivò agli anni Novanta, e ancora oggi non è sopita del tutto. A Derry ancora si moriva due anni fa, la New Ira colpisce ancora.

Dunque la famigliola sale in autobus e Buddy guarda triste dal finestrino la nonna, una struggente Judi Dench che gli dice “Va’ adesso, non ti voltare” e, sospirando, rientra in casa dove è rimasta sola. E anche per lei la vita ha provveduto a cambiare tutto quello che era lecito, normale, umano aspettarsi.

Buddy ha portato a Catherine un mazzolino di fiori, si rivedranno, certo, glielo dice il cuore.

E torna il colore sullo skyline di Belfast dove scorrono tre dediche:

A chi è andato via- A chi è rimasto- A chi si è perso.

Un’elegia delicata, leggera come il sogno del bambino che era e che ricorda e nel ricordo riaffiorano giorni incastonati nella memoria, visi perduti che erano la sua gioia, paure inspiegabili che hanno reciso quei giorni.

La lunga e travagliata storia del Paese traspare in filigrana. Nell’ottica di un bambino non è che una grande favola, e nelle favole ci sono anche gli Orchi.

Storia di un bambino che a nove anni ha dovuto capire che in quel mondo meraviglioso dove credeva di vivere c’era anche la guerra.

Sette candidature agli Oscar, fra queste quella a Van Morrison, colonna sonora tutta sua, per la miglior canzone, Down to joy belfast.

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

 

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