Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film
Apprezzabilissima rappresentazione di una Sicilia di fine anni settanta (in questo caso il paese di Cinisi), la cui comunità si ritrovava in preda ad una mafia organizzata che gestiva ormai da tempo le attività locali, dalla speculazione edilizia ai traffici di stupefacenti negli Stati Uniti: Tullio Giordana riesce ad esporre la struggente storia di Peppino Impastato e la sua lotta contro la criminalità di provincia senza strafare o ancorandosi (come purtroppo fanno alcuni cineasti nelle ricostruzioni dei paesaggi del Mezzogiorno) all'abituale utilizzo di spossanti luoghi comuni; questo grazie anche al supporto del qualificatissimo (è il caso di dirlo) Luigi Lo Cascio, il quale si esibisce sul grande schermo con un'interpretazione ben calibrata ed etereogenea, che gli valse non a caso la vittoria del David di Donatello. Non male nemmeno quella di Tony Sperandeo nei panni del boss Tano Badalamenti, per una volta capace almeno di non eccedere con una recitazione sopra le righe di stampo televisivo (stile fiction made in mediaset, tanto per essere chiari). Eloquente nondimeno la fotografia dalle pastellose sfumature di Roberto Forza, pregna di tinte policromatiche, le quali restituiscono all'affresco l'atmosfera di ansia di quegli anni alternandone persuasivamente le fasi più spensierate della vita del protagonista. Un'operazione quindi piuttosto riuscita, di cui si potrebbero mettere in discussione solo la preferenza voluta dal regista di un finale scolastico, e alcune sbavature relative al personaggio di Felicia Impastato (Lucia Sardo), forse troppo uniforme nella caratterizzazione; "I cento passi" rimane comunque un biopic trascinante che non scade nella retorica documentaristica/didascalica.
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