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Don't Look Up

Regia di Adam McKay vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Don't Look Up

di Ethan01
6 stelle

Un professore universitario (Leonardo DiCaprio) ed una dottoranda (Jennifer Lawrence) scoprono che una cometa di dimensioni considerevoli è in rotta di collisione con il pianeta Terra. Gli scienziati prevedono che l'impatto avverrà entro sei mesi dal momento della scoperta, causando il totale annientamento della vita sulla terra. Ma ciò sembra non interessare quasi a nessuno, e l'inettitudine del Presidente degli Stati Uniti (Meryl Streep) e dei suoi collaboratori non fa che peggiorare ulteriormente la situazione.

Fantapolitica ma soprattutto satira sulle problematiche della società contemporanea: l'incapacità di coloro che detengono il potere e quindi i meccanismi perversi della politica, la manipolazione delle informazioni da parte dei mass-media, la diffidenza verso la scienza (riferimento neppure tanto velato a diverse situazioni createsi durante la pandemia di Covid-19, in particolare il diffuso fenomeno del negazionismo dei No-Vax), il cambiamento climatico etc..

Il regista Adam McKay è indubbiamente un acuto osservatore delle contraddizioni della realtà contemporanea, e con "Don't Look Up" si propone di affrontare tematiche di scottante attualità avvalendosi però del prezioso strumento della satira: "Castigat ridendo mores", volendo parafrasare il poeta latinista Jean de Santeul.

Ma la carne al fuoco è molta, se non addirittura troppa, con la conseguenza che il regista, nonostante sia animato dalle migliori intenzioni possibili e nonostante sia al massimo delle sue capacità, non riesce a gestire come si dovrebbe la molteplicità delle tematiche affrontate, con la conseguenza di deludere in gran parte le promettenti aspettative che si potevano nutrire verso un operazione potenzialmente interessante come questa. Se è vero che il mito degli Stati Uniti che si ergono a poliziotti del mondo ("Washington ha sempre bisogno di avere un eroe" dice il dottor Oglethorpe in una scena) viene pesantemente ridicolizzato e alcune caratterizzazioni lasciano il segno (come quella dell'imprenditore Peter Isherwell, imbecille a livelli stratosferici e simbolo di una classe dirigente totalmente inadeguata), è altrettanto vero che McKay non sa andare oltre. Riesce soltanto ad incidere la superficie, senza mai approfondire le storture che intende denunciare, come nel caso del potere manipolatore dei mass-media (quindi per nulla memore della lezione di chi è venuto ben prima di lui, come ad esempio il sommo Billy Wilder).

Inoltre, per sopperire alle evidenti carenze stilistiche, McKay calca eccessivamente la mano su determinate caratterizzazioni, come ad esempio quella del personaggio della Streep, troppo sconclusionato e sopra le righe per poter veramente graffiare, mentre altri personaggi sono privi di reale spessore, o, peggio, appena abbozzati (come quello di Timothée Chalamet).

La durata spropositata poi non fa altro che appesantire ulteriormente la narrazione, mentre parecchie sequenze (come quella del concerto) piuttosto inutili nell'economia della narrazione potevano tranquillamente essere evitate.

Il cast è uno dei migliori che si siano visti negli ultimi vent'anni (Leonardo DiCaprio, Cate Blanchett, la Streep etc..), ma non tutti gli attori sono valorizzati a dovere: oltre al già citato Chalamet, Ron Perlman, nella parte di un militare stile Sergente Hartman, che appare poco più di una decina di minuti nell'arco di tutta la pellicola. Il finale apocalittico comunque è piuttosto efficace, anche se abbastanza scontato.

Tirando un po' le somme "Don't Look Up" è un film riuscito soltanto in parte, encomiabile a livello concettuale ma non altrettanto lodevole per come i temi toccati vengono affrontati dal regista, il quale non osa mai abbastanza e non riesce ad andare oltre la classica "americanata", nonostante ciò che apparentemente vorrebbe fare credere.

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