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Don't Look Up

Regia di Adam McKay vedi scheda film

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Davide Schiavoni

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La recensione su Don't Look Up

di Davide Schiavoni
6 stelle

 

Evidente il rimando al delirio dell'attuale società, perdutamente alienata e sballottata nell'incontrollabile turbinio d'informazioni che, frenetiche, rimbalzano tra mass media manipolatori e onnipervasiva virtualità da social network. La carrellata di personaggi è spassosa: dal fragile e tremebondo scienziato alla dottoranda emarginata in quanto avversa allo status quo, dalla vanesia presidente degli Stati Uniti al magnate della Silicon Valley affetto da narcisistica hybris, dalla straniante e bizzarra coppia di conduttori televisivi all'eroe di guerra, retaggio d'un mondo passato da sfoggiare alla bisogna, sino alle figure di contorno come le iconiche star della musica, specchio d'una dimensione fittizia, nonché grottesca (cfr. excipit), costruita nella rete. La prima parte del film promette bene col suo sarcasmo tagliente, infarcito d'efficaci boutade; diversamente dalla seconda in cui si degrada via via in un nichilismo sempre più parodistico. Nessuno si salva, in conclusione, nemmeno chi s'è battuto per riportare il genere umano al principio di realtà prima della “collisione” con la stessa. Il Don't look up, quale metafora sul non guardare in faccia alla verità delle cose, travolge tutto e tutti conducendo alla devastazione. Qualcosa, però, non torna nell'impietosa critica all'estabilishment: dal novero dei personaggi destinati alla ferale soccombenza sono escluse quelle Elite che muovono i fili dei grandi processi economico-sociali, fatta eccezione per il rappresentante della Big Tech, pedina dunque sacrificabile nello scacchiere delle manovre planetarie. Anche il riferimento canzonatorio alla categoria dei cd. complottisti, storicamente inventata per delegittimare qualsivoglia dissenso rispetto alla narrazione imperante, par'essere in contraddizione con l'invettiva che permea l'intero lungometraggio. Insomma, se l'ipotesi non fosse quella della mera noncuranza ma della deliberata omissione, chi controlla i gangli del potere ci giudicherebbe e deriderebbe, ponendosi nel contempo al riparo da eventuali esiti "apocalittici" della Storia.

 

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