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Pane e cioccolata

Regia di Franco Brusati vedi scheda film

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La recensione su Pane e cioccolata

di alan smithee
8 stelle
"Un ricco non può che impoverirsi. Un povero, invece, può anche arricchirsi! Beato te, che sei povero!!!"
Giovanni Garofoli festeggia nella più completa precarietà il suo terzo anno di permanenza in Svizzera, completamente focalizzato a guadagnarsi l'agognato posto fisso nell'albergo che lo tiene perennemente in prova, mettendolo in costante competizione con un concorrente, pure lui immigrato, ma dalla Turchia.
Impariamo a conoscere Giovanni quando, in uno dei rari momenti di pausa lavorativa, si imbatte in un cadavere nel parco. Acciuffato facilmente dalla polizia come indiziato numero uno, verrà rilasciato, pure con una certa aria di sufficienza da parte degli inquirenti, a seguito della confessione del freddo, irreprensibile omicida, uno svizzero, pertanto trattato quasi con più dignità di lui, innocente ma immigrato.
La competizione con l'avversario turco finirà per far soccombere il nostro povero Giovanni, che incapperà in un altro, assurdo scherzo del destino, venendo colto in flagranza di un reato ridicolo: orinare in luogo pubblico. Espulso dalla Svizzera, oltre che perso il lavoro, il poveretto si darà alla macchia, aiutato da una graziosa immigrata greca, interagendo con un losco italiano, imprenditore ed evasore rifugiatosi in loco perché passibile di arresto. Finirà accolto in una grottesca comunità di allevatori di polli meridionali abusivi, maturando la decisione di tornarsene in patria, rinunciando anche all'affetto della cara amica greca, nel frattempo sistematasi sentimentalmente e anche a livello di residenza, convolando a nozze con un cittadino svizzero.
Nei panni del tragicomico Nino Garofoli, Nino Manfredi si cimenta a dar vita, anima e corpo, ad uno dei suoi personaggi più dolenti ed umani, nonché una delle sue interpretazioni più riuscite di una carriera costellata di caratterizzazioni notevoli.

Presentato al Festival di Berlino nel 1974, ove ricevette alcuni premi collaterali, premiato con David di Dinatello al film e all'interprete, con il nastro d'Argento, addirittura con una nomination al Cesar francese come miglior film straniero, Pane e cioccolata, recentemente restaurato su intervento della stessa famiglia Manfredi, figura tra le opere più riuscite di Franco Brusati, qui impegnato in una commedia sapida ed arguta che sa alternare con perizia e senso del ritmo, elementi di satira sociale a momenti di puro entertainment grottesco, riuscendo a descrivere e palesare egregiamente il disagio di due popoli posti dalle circostanze economiche e sociali strettamente a contatto uno con l'altro, entrambi dipendenti uno dall'altro più di quanto ognuno di essi possa ammettere, ma profondamente divisi da una mentalità, uno stile di vita, un approccio con le incognite del vivere quotidiano, che li rende entrambi - seppur per motivi diametralemnte opposti, antitetici, ma strettamente interconnessi uno dall'altro. 

Due modi diametralmente opposti per rendere palese la mostruosità che si cela nell'essere umano, bisognoso da una parte, quella dell'immigrato, di puro sostentamento, affamato e pronto a tutto pur di dare soddisfazione alle sue pressanti esigenze di sussistenza, mentre dall'altra, quella svizzera, di reali motivazioni per continuare a vivere dando un senso ad esistenze ormai rivelatesi vuote.
Nel variegato cast coinvolto nella felice operazione, segnaliamo la incantevole "fata" greca Elena resa con afflato materno dalla dolce Anna Karina, mentre Johnny Dorelli è efficacissimo nei panni del losco, fraudolento imprenditore confinato oltralpe per evitare l'arresto.
 
 
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