Regia di Louis C.K. vedi scheda film
Louis CK torna in scena a due anni dal suo ultimo spettacolo (Live at The Comedy Store, 2015) con un monologo solido e lineare che attraversa argomenti classici come l'aborto, la religione, l'innamoramento e l'omosessualità, naturalmente approcciati dal punto di vista sempre originale e curioso dello stand up comedian.
Con il tempo Louis C.K. ha moderato senza ombra di dubbio il linguaggio e i toni dei suoi monologhi, ma non ha perso in alcun modo lo smalto ironico e la cattiveria, spesso assurda e in apparenza immotivata, che caratterizzano i suoi ragionamenti. Questo 2017 è forse il suo primo vero e proprio monologo nel senso più esplicito del termine: una serie di riflessioni tra loro bene o male consequenziali che il performer formula dinanzi al suo pubblico, come se stesse pensando tra sé e sé; un'ora e un quarto a ritmo più rilassato del solito per il comico, ma con una discreta mole di stimoli da approfondire, tra il serio e il faceto. Tanto per capirci, senza bisogno di preamboli Louis C.K. entra il scena motivando le sue ragioni per ritenere l'aborto non solo un diritto, ma anche un dovere; e nel corso dello spettacolo appoggerà le idee più strambe (vorrebbe diventare gay, ma senza fare sesso con gli uomini) o controverse (il suicidio come naturale parte della vita) con uguale nonchalance, con un atteggiamento al tempo stesso provocatorio e intrigante. Forse nel complesso non il suo migliore spettacolo dal punto di vista delle risate, ma uno dei più intelligenti sì. 6/10.
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