La recensione su Lui

di alan smithee

3 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Un artista in crisi. Un soggiorno in solitaria presso una pittoresca isola bretone ove spera di ritrovare concentrazione e ispirazione per terminare un lavoro che non riesce a concludere.

Un musicista trova il suo rifugio per ultimare la colonna sonora di un film il cui produttore lo assilla per la sua inadempienza entro i termini pattuiti.

Ma l'isola, più che un riparo ove concentrarsi e rifuggire da una vita affettiva e professionale molto complicata, diventa l'occasione per l'uomo per fare i conti coi fantasmi dei suoi stessi più intimi conoscenti, che a turno o anche assieme si manifestano e gli svelano senza remore o pudori, tutto ciò che pensano di lui.

Guillaume Canet, Laetitia Casta, Virginie Efira

Gli ingredienti per un thriller intimista e cerebrale sembravano esserci tutti, ma dopo un breve inizio promettente, l'apparire un po' sconcertante e a tratti ironico e divertito dei fantasmi impertinenti e spesso maliziosi dei conoscenti che creano nell'uomo quel trambusto psico-fisico che gli ha tolto la capacità di ispirazione, porta il film su binari grotteschi che la sceneggiatura non riesc a sorreggere senza sfociare nel ridicolo o nel pedante.

Peccato perché Guillaume Canet è un bravo attore e ha saputo rivelarsi anche un regista ispirato (soprattutto con i thriller Non dirlo a nessuno e l'americano ed ambizioso Blood ties).

Qui tutto pare posticcio e teorico, per una trama pirandelliana che avrebbe meritato ben altra ispirazione nella stesura dello script.

Ci troviamo, in un certo senso, in una rivisitazione de L'uomo che uccise se stesso, ma orfana della direzione di Basil Dearden e del Roger Moore più ispirato che si sia mai visto. Grande cast a supporto ( Kassovitz, Efira, Casta, Baye), per un film/bluff che sfinisce già dopo il primo quarto d'ora.

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