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E noi come stronzi rimanemmo a guardare

Regia di Pierfrancesco Diliberto vedi scheda film

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La recensione su E noi come stronzi rimanemmo a guardare

di mm40
5 stelle

Lasciato da Lisa per colpa di un'app e licenziato dal lavoro a causa di un algoritmo, Arturo deve reinventarsi una vita. Affitta una stanza a Raffaello e comincia a lavorare, sottopagato e senza tutele, per la multinazionale Fuuber: fa consegne a domicilio in bici. Grazie a un'app di ologrammi-anime gemelle conosce Stella, di cui si innamora: ma è soltanto un'immagine proiettata dal telefonino. O così almeno lui crede...


C'è tanta carne al fuoco, come si usa dire, ma anche di più è la confusione nel materiale narrativo di questa pellicola, la terza regia cinematografica per Pif (Pierfrancesco Diliberto): E noi come stronzi rimanemmo a guardare è un aperto J'accuse nei confronti dello strapotere dei colossi del web, dell'utilizzo improprio dei big data e dell'impoverimento – non solo economico – del mondo a tutto vantaggio dei signorotti della Silicon Valley, l'attuale casta inattaccabile di eletti. Mentre ci incamminavamo lungo la strada del declino (morale, umano innanzitutto), noi che qualcosa potevamo fare siamo rimasti a guardare: questo è il senso del titolo, peraltro il primo nella storia del cinema a contenere la parola “stronzo” in una qualsiasi delle sue declinazioni. L'intreccio tra contemporaneità e fiction postmoderna, l'ambientazione in un futuro distopico ma decisamente simile al presente, certe derive sci-fi fors'anche un po' azzardate costituiscono la parte migliore e al contempo quella peggiore dell'opera, che traballa di fronte a certe soluzioni fin troppo semplici (in un futuro dominato da airwheel e macchine elettriche, i riders consegnano ancora in bici, per dire) ma che a ogni modo ci riporta nella dimensione della parabola, del racconto morale. Interessante di certo, per il nostro cinema, la scelta di fare un film di questo tipo; meno profondo è invece il significato di quanto rimane al termine della visione: sembra sostanzialmente che gli interrogativi sollevati siano rimasti irrisolti. Pif si ritaglia un ruolo laterale, mentre il ruolo da protagonista lo affida a Fabio De Luigi: come sempre, sul grande schermo il Nostro rende molto meno che su quello piccolo; caratterista dotato, nelle parti importanti rimane costantemente impigliato al suo personaggio un po' goffo e dal cuore d'oro. Ilenia Pastorelli, Valeria Solarino, Eamon Farren e Maurizio Marchetti completano il nucleo centrale del cast, con una piacevole comparsata da parte di Maurizio Nichetti. Azzeccata la scelta, in una scena romantica, di Fuck the government, I love you dei canadesi The burning hell. 5/10.

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