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Stigmate

Regia di Rupert Wainwright vedi scheda film

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La recensione su Stigmate

di kubritch
4 stelle

Che il regno di dio sia dentro e fuori di noi è certo. Non c'è bisogno di averne conferma in vangeli apocrifi, secretati dal cristianesimo istituzionalizzato. Il cristo vero non può essere istituzionalizzato, ossia autorizzato dalla classe al potere. Sarebbe in contraddizione con le parole di Gesù. Leggete personalmente il vangelo, invece, di accontentarvi delle interpretazioni degli altri. Questo film è un pasticcio ideologico, filosofico, logico poiché si propone di dimostrare la falsificazione cattolica usando gli stessi giochi illusionistici allestiti dalla Chiesa ufficiale per irretire le coscienze. E' sempre bene contestualizzare, relativizzare i discorsi che si fanno. Per quanto riguarda questo film siamo all'interno di una cultura da predicatori ambulanti o imbonitori religiosi, caratteristica del popolo statunitense. Da una parte il film attacca la gerarchia cattolica e dall'altra salva la memoria, la concezione popolare dei santi. Lo scenggiatore dimostra di conoscere il caso di Padre Pio, anche se lo colloca al nord Italia (se non sbaglio). Un colpo al cerchio e uno alla botte. Il risultato è quello di confondere ancor di più le idee della povera gente (i cosiddetti, in modo capzioso, poveri di spirito. In realtà, secondo me, Gesù non ha mai giustificato l'ignoranza o invitato ad essere ignoranti). Il ridicolo emerge quando il prete afferma di essere diventato casto con l'ordinazione al sacerdozio. AHAHAHAHAHA :-) Cosa che la ragazza, pur essendo atea - di un ateismo acritico, incosciente, quasi involontario - non mette affatto in dubbio, anzi è lei la prima ad essere convinta che i preti siano tutti casti. E' lei che dà il là per la confessione di castità del prete nei dialoghi. Domanda del comune farlocco: " Ohhhh, ma come fà?" A parte il fatto che la ragazza dimostra una spaventosa ignoranza di fatti religiosi. A questo punto stanno gli americani? Manco il minimo sa. Nella vita 'normale', non da crosta cinematografara, tutti sappiamo che i preti fanno sesso. Oggi più che mai. Il voto di castità riguarda il monchesimo. Il comune peccato extraconiugale può essere rimesso nelle sedi appropriate. Ecco perché il cattolicesimo è la religione della doppia morale: dentro e fuori la chiesa come edificio. Il racconto è costruito non su ciò che si sa ma su ciò che si dovrebbe sapere e, oltre ad essere sgangherato, è di un'ingenuità patacca. La sceneggiatura è brutta, contorta e stupida. La scena dei preti che entrano nell'appartamento della protagonista mentre questa è a letto con il prete buono è da telenovela. La posa dei tre fa ridere. Pryce, infatti, sembra quasi atteggiare una smorfia di stupore comico. Come lavoro per immagini non c'è niente di notevole. Solo uno scarabbocchiato montaggio avid che non dà manco un minimo brivido di tensione. L'avid va usato con parsimonia. La suspense manca totalmente, solo brutti effettacci. 'Mo' arriva il mammone, bbu!' Una volta svelato il mistero non si capisce la logica delle manifestazioni orrorifiche. Perché per comunicare quelle cose lo spirito assume un registro horror? Perché la povera crista viene martoriata? Solo per far contento i produttori e fare un po' di spettacolo ad uso dei beoni? Che senso ha la scena della madre che lancia il bambino sulla strada trafficata? Che senso hanno le fiamme finali? Solo sensazionalismo scenico come nelle immagini di apertura che avevano anche qualcosa d'interessante nella messainscena. Se volete vedervi un film davvero inquietante su un'estetista invasata, soggetta a fenomeni incomprensibili, allora, vedete 'Repulsion' di Polanski con la Deneuve. A chi è piaciuto questo film consiglio una bella terapia psicanalitica. Durante il film mi sono posto domande sul retroterra culturale e la personalità di chi ha ideato e avallato un progetto del genere. Perché? A che pro? Trattandosi di americani penso che le risposte siano più banali di quanto si pensi e vadano ricercate nel loro blocco alla fase dell'adolescenza.

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