Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Discreto film, impegnato ma furbetto, che non osa mai andare oltre quei limiti del militantismo che lo renderebbero inviso all'Academy. E infatti entrò nella cinquina dei candidati al titolo di miglior film dell'anno.
Film impegnato sì ma anche furbetto, dove cioè il sopracitato impegno non sconfina mai oltre i limiti del militantismo, cosa che lo renderebbero inviso ai membri della Academy e più in generale a tutta la Hollywood che conta. E nonostante le buone prove attoriali degli interpreti (anche se uno zinzino sopravvalutata quella della Roberts) e qualche intelligente tocco da commedia, il film non scorre via come si vorrebbe. Non aiuta inoltre l'eccessivo minutaggio (2h10') dato alla pellicola. La nomination all'Oscar al miglior film resta per me una delle più grandi sorprese della storia dell'Academy (il premio andò, per la cronaca, a “Il gladiatore” di Ridley Scott).
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