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Josée, la Tigre e i Pesci

Regia di Kôtarô Tamura vedi scheda film

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Mike.Wazowski

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La recensione su Josée, la Tigre e i Pesci

di Mike.Wazowski
9 stelle

Consigliato anche a chi non è avvezzo al sentimentalismo, scorrevole e meno prolisso rispetto a Shinkai e Hosoda.

Josée, la tigre e i pesci è uno "shojo" ben fatto e realizzato dallo studio Bones, diretto da Kotaro Tamura e tratto dal racconto di Seiko Tanabe.

locandina

Josée, la Tigre e i Pesci (2020): locandina

 

Tsuneo è un laureando di biologia marina amante delle immersioni, che lavora in un negozio di pesca per guadagnare abbastanza soldi da finire gli studi in Sud America, con lui ci sono due più che ottimi amici, Mai e Hayato.

scena

Josée, la Tigre e i Pesci (2020): scena

Un giorno tornando a casa, salva una ragazza che in sedia a rotelle senza controllo sta correndo velocemente lungo una strada in pendenza, stranamente lei non ne risulta minimamente grata nei confronti di Tsuneo, ma la nonna che la accompagnava e che vive con lei lo ospita a casa e gli offre persino un lavoro, acconsentire a tutte le esigenze di Kumiko questo il nome della ragazza che però si fa chiamare Josée come la protagonista di uno dei romanzi di Françoise Sagan di cui è una lettrice assidua.

scena

Josée, la Tigre e i Pesci (2020): scena

 

Josée è fin dalla nascita in sedia a rotelle e persi entrambi i genitori, vive con la nonna che non la fa uscire molto spesso esortando con la frase "il mondo è pieno di bestie spaventose" e da qui la simbologia della tigre che fa molta paura. Ha un carattere particolarmente insopportabile, esigente e bizzosa, ma la nonna ha un piano non confessato per Josée, usando come leva il carattere paziente di Tsuneo capitato nel momento giusto, per cercare di trovare più fiducia e credere ancor di più in se stessa e alle sue doti di illustratrice.

scena

Josée, la Tigre e i Pesci (2020): scena

In un classico "shojo" quanto questo, i sentimenti melensi del cuore sono il cardine che fa scorrere naturalmente la visione, e se non siete propriamente Schwarzenegger che lui non balla e non si muove (cit.) è sicuro che un pochino gli occhi vi si inumidiranno nel momento dell'accrescimento della narrazione degli eventi.

La scena in cui Josée raggiunge il mare con Tsuneo dove si trascina dalla sedia rimasta incastrata nella sabbia, e lo zoo dove lei creca conforto per resistere alla paura della visione della tigre sono momenti toccanti, di una tenerezza inaudita, quasi iperealistici per quanto siano efficaci e naturali e non ci fermiamo qui perchè la storia si arricchirà di momenti da batticuore e persino di sorrisi.

Un aspetto da non sottovalutare nella storia è quello della comprensione dell'handicap, in due frasi e momenti, una detta da Tsuneo in viaggio verso il mare sul treno dove vorrebbe comprendere il mondo dalla prospettiva di Josée e vederne un giorno l'oceano e l'altra da Kumiko, proprio lei lo dice in quel preciso momento e non Josée, "chi è sano non può capire". Entrambi ignorano la loro condizione, perchè entrambi sono ignoranti quanto io medesimo che scrivo ignoro cosa sia portare un handicap e essere allo stesso tempo sano, e quindi si può portare invidie e cattiverie in entrambi i casi proprio perchè non siamo consapevoli e coscienti. Così come sono le persone nei confronti di chi è portatore di handicap trasformandosi in tigri, ma che nel momento in cui vengono messi di fronte alla loro condizione modesta, diventano subito gattini come succede al tizio ripreso dalla signora, che viene spinta alla stazione dopo avere colpito pure la carrozzina di Josée.

scena

Josée, la Tigre e i Pesci (2020): scena

 

Attenzione alla scena post credits.

 

 

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