Espandi menu
cerca
Spencer

Regia di Pablo Larrain vedi scheda film

Recensioni

L'autore

obyone

obyone

Iscritto dal 15 dicembre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 95
  • Post 5
  • Recensioni 492
  • Playlist 17
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Spencer

di obyone
7 stelle

 

Kristen Stewart

Spencer (2021): Kristen Stewart

 

Venezia 78. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Non guardate "Spencer" come il bio-pic di una celebrità. Anzi spogliate il personaggio del diadema della regalità. Di più, se vi riesce, abbruttite Kristen Stewart, toglietele i vestiti da cerimonia, preparati per lei con ampio anticipo dalla cameriera personale, ciascuno per la giusta occorrenza, ed infilatele una cosa qualsiasi come dovesse rimanere in casa a cucinare. Mutate la principessa in casalinga disperata in preda al vomito e alla malinconia. Poi, con un tocco di bacchetta, trasformate Sandringham House in una normalissima casa di campagna e avrete per le mani la storia di una donna qualsiasi, sposata ad un uomo che non ama (più), che la tradisce con un'amante più vecchia.

Pablo Larrain ha raccontato in "Spencer" la tragedie di molte donne comuni ma ha scelto Diana per rappresentare il dramma universalmente noto come la fine di un rapporto. Su di lei ha cucito un cappotto, sbiadito e slabbrato dal tempo, di dolci ricordi e furenti corse sui prati. Larrain ha scelto il registro della favola, della favola drammatica, della favola triste, come egli stesso ci avverte in un moto di scarsa autostima all'inizio del film. Fatelo anche voi, applicate questo registro di dolce mestizia perché, seppur di breve durata, il "Spencer" del regista cileno è una favola a lieto fine.

Andate, dunque, a vedere cosa vi dicono di quei lunghi giorni nei quali Lady Diana Spencer, insieme ai figli, passò le vacanze di Natale nella residenza delle feste dei Windsor. Non affannatevi troppo a cercare inesattezze storiche e godetevi le immagini. Non v'importerà poi molto se Maggie, la confidente di Diana, nonché cameriera personale, sia un personaggio fittizio, un ensemble di ricordi e collaboratori reali della principessa. E non vi ferirà sapere che la vecchia residenza di Diana, Park House, non sia stata lasciata dagli Spencer al logorante destino del tempo, ma donata dalla Regina Elisabetta ad un'associazione no-profit, nel 1986, cinque anni dopo che il padre di Diana, divenuto visconte, si fosse trasferito nella dimora di Anthorp. Ogni favola del passato si è concessa poetiche licenze per piegare la realtà alle necessità della narrazione. Il nubiloso incedere, tra le macerie del proprio presente, colloca Lady D. tra le umane donne, conferendo alla favola quell'aderenza alla terra che vi aspettereste di vedere in un siffatto racconto dove miti e cronache edificano una realtà tanto idealizzata quanto solida ed efficace.

"Spencer" si è soffermato sulla donna in dolcevita, ponendo in secondo piano la principessa in giacca di tartan. Ha posto l'accento sulla moglie disillusa e sulla madre preoccupata che fronteggia i propri sentimenti, ammette i fallimenti e comprende i futuri desideri abbandonandosi alla propria interiorità, per quanto doloroso e frustrante sia specchiarsi nell'anima. Si dice che in quei giorni di festa Diana Spencer abbia maturato l'idea del divorzio, o, forse, sarebbe più corretto dire, abbia accettato l'effetto liberatorio che tale scelta avrebbe significato per lei. Quei giorni furono per la principessa una finestra spalancata sul futuro che si apriva nel buio di una stanza interiore oscurata da tende spesse e pesanti che la proteggevano dai paparazzi lasciandola, però, come un uccello in gabbia, sola ed in preda ai propri demoni.

 

Kristen Stewart

Spencer (2021): Kristen Stewart

 

Lasciatevi andare, dunque, alle immagini, come poc'anzi suggerito. Pablo Larrain le ha caricate di simboli capaci di restituire le turbolente emozioni della protagonista. Nel piatto, una vellutata di ortiche ha sprigionato l'aroma di un ambiente ostile ed irritante. Le perle lucide e brillanti, prodotto di un corpo estraneo nel tempio di una conchiglia, hanno rivelato i bocconi amari ingoiati, giorno dopo giorno, ed i dolori espulsi in un illusorio conato di vomito, grido d'aiuto di fronte ad una famiglia altezzosa.

Rimarrete ammaliati dalla principessa accasciata nel bagno, coperta dall'abito natalizio con il capo chinato nel nulla mentre assume i delicati colori di una ballerina di Degas.

Sulle scale di Park House, catapecchia in rovina dei Spencer, Anna Bolena suggerirà, per voi, a Diana di scappare, salvandola dal baratro di una perpetua caduta. Pablo Larrain ha trovato nella regale consorte, sacrificata da Enrico VIII sul ceppo della convenienza nel 1536, l'ancora di salvezza di una Lady Diana sconfitta da un matrimonio troppo impegnativo per una donna troppo fragile. I successivi passi di Lady D., come ci ha raccontato il regista cileno, sono di ribellione. Diana si strappa dal collo la collana dell'infedeltà e si toglie, in un moto di orgoglio, il giogo della monarchia e di un amore non corrisposto dando finalmente senso alla propria vita e a quella dall'antenata che teneva il ritratto del consorte sul petto mentre questi bramava di immolarla per sposare la giovane amante.

Ancora stupiti dall'accostamento a Carlo del corpulento Enrico VIII percorrete il sentiero della vita pedalando una bici, lasciando cadere i libri lungo il prato, correndo liberi con un vestito giallo canarino. Ballerete come l'étoile dell'Opera tra le stanze di palazzo con addosso il tutù e l'abito nuziale ed infine correrete via a bordo di una possente auto sportiva al suono di "All I need Is miracles". Di nuovo liberi.

Ma nulla vi impedisca di ripensare al futuro di Diana spezzato dalla tragedia cinica e beffarda del destino che Pablo Larrain, forse in colpa, per la troppa leggerezza, ha voluto richiamare in una tenera conversazione tra madre e i figli, tra intimità e preveggenza. 

"Spencer" non è certo il miglior film di Pablo Larrain e forse non ne rimarrete estasiati; tuttavia va reso omaggio alla volontà del regista di percorrere nuovi sentieri cinematografici e di cimentarsi in nuove sfide. Abituati al rigore del suo cinema civile la favola di Diana Spencer potrà sembrarvi un gingillo prezioso e fatuo quanto un carillon da cui spuntano due scarpette che ripetono incessanti i medesimi passi ma, a ben vedere, quel reiterato movimento e la melodia che lo accompagna sono la perpetua ricerca di felicità che accompagna ogni attimo di ogni vita umana.

 

 

William: "La mamma è è preoccupata per il passato". 

Henry guardando il fratello: "la mamma è preoccupata per il futuro".

 

Kristen Stewart

Spencer (2021): Kristen Stewart

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati