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Ennio

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su Ennio

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: ENNIO

 

Come fare un documentario di 150 minuti dedicato al più grande compositore di musiche da cinema di sempre senza farne un’opera agiografica?

Lo fai dirigere a Giuseppe Tornatore che ci restituisce in sala un autentico atto d’amore nei confronti del cinema grazie alla colonna sonora che ci ha accompagnato in tutti questi anni rendendo queste opere d’arte come opere immortali senza luogo, senza tempo e senza proprietari. Perché il cinema è di tutti.

Giuseppe Tornatore ci racconta e ci fa immergere nel mondo Morricone con gli stessi occhi e lo stesso incanto del piccolo Totò di Nuovo Cinema Paradiso e al termine del film ci sentiamo come il Totò adulto che piange come un bambino quando vede il montaggio dei baci tagliati. Perché ogni suono, ogni colonna sonora è per noi un ricordo al quale associamo momenti e sentimenti unici.

E fin dal titolo Giuseppe Tornatore ci vuole raccontare l’uomo e l’amico Ennio.

La persona che fece storcere il naso ai suoi maestri del Conservatorio di Santa Cecilia per la sua scelta di prostituire il suo talento e la sua musica per il nazional popolare cinema e per la musichetta commerciale targata RCA (salvandola dal fallimento tra l’altro).

Il film si apre con questo ometto che ricorda più un impiegato del catasto in pensione che l’uomo che Quentin Tarantino ha paragonato a Mozart, Beethoven e Chopin fare la ginnastica in casa con esercizi per mantenere la forma fisica che è fondamentale per allenare anche la forma mentale.

Subito il suo primo ricordo lo fa commuovere. L’uso della tromba da parte del padre come unico sostentamento per mantenere la propria famiglia. L’arte umiliata al bisogno e sostentamento piuttosto che alla bellezza e arricchimento culturale.

Il lavoro di Giuseppe Tornatore e dei montatori Massimo Quaglia e Annalisa Schillaci si alterna tra aneddoti raccontati dallo stesso Morricone con un’ironia tagliente tipica romana e le testimonianze di quei registi o quei musicisti il cui percorso artistico e la loro grandezza sia stata influenzata dal talento di Ennio Morricone.

E così apprendiamo quanto l’amore e il sacrificio della moglie Maria sia stato fondamentale per il successo del musicista. A lei è riservato il primo ascolto e il primo giudizio. Se piace a lei il brano allora può avere un senso anche dopo. Lei è l’unica persona a dare un senso al lavoro e alla vita di Ennio Morricone.

L’amicizia con Sergio Leone, compagno di scuola ritrovato e riconosciuto alla vigilia di Per un pugno di dollari, che durerà per tutta la vita. Divertentissimo l’aneddoto con cui il compositore perse la grande occasione di lavorare con Stanley Kubrick e il suo Arancia Meccanica.

I suoi rimpianti e le sue delusioni per l’Oscar mancato per Mission o la sorpresa di sapere che da uno scarto di Amore senza fine di Zeffirelli nasce il Deborah’s Theme di C’era una volta in America. La vera colonna sonora che parte nella nostra mente quando pensiamo a Ennio Morricone.

E su tutti il lavoro nascosto misto ammirazione di Giuseppe Tornatore, tiene ai margini il suo Nuovo Cinema Paradiso proprio per evitare l’effetto autocelebrazione.

Ma in tutte le 2 ore e mezzo del film si percepisce e si sente tutta la riconoscenza che Tornatore ha per Ennio Morricone.

Perché senza quella colonna sonora lui non avrebbe mai vinto il Gran Premio Speciale a Cannes, lui non avrebbe mai vinto l’Oscar l’anno dopo, lui non sarebbe diventato il regista italiano più amato al mondo dopo Federico Fellini.

Voto 8

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