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La scelta di Anne

Regia di Audrey Diwan vedi scheda film

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La recensione su La scelta di Anne

di valentina_sugar
7 stelle

Siamo nella Francia degli anni '60. Anne è una studentessa universitaria proveniente da una famiglia umile, che gestisce un bar in una zona lontana da Angoulême, dove lei fa l'università e vive in uno studentato. Torna a casa solo alcuni fine settimana e lì aiuta i suoi nella gestione della loro attività.

Anne è graziosa ed è un'eccellente studentessa, arguta e studiosa. È piuttosto disinibita e passa molto tempo insieme a due compagne di corso. La sera vanno spesso a ballare in locale, dove devono però guardarsi (questa è la regola non scritta) dai militari.
 
Quando Anne si scopre incinta non ci viene fornita alcuna spiegazione, se non che Anne non ha alcuna intenzione di partorire quel bambino, e il film comincia a essere scandito dal passare delle settimane della gravidanza, fino ad arrivare alla dodicesima, tra tentativi di trovare ginecologi disposti a praticare un aborto, in un clima culturale che si fa via via più opprimente e in cui di aborto non si può nemmeno parlare, né con gli amici, né tantomeno con i medici (anzi, uno dei ginecologi cui Anne su rivolge, dopo averla presa a male parole, le consiglia delle punture che in realtà rendono il feto più robusto), così come non si può parlare di sesso prematrimoniale neanche con le amiche più care.
 
Il film riesce a creare nello spettatore un senso di angoscia e ansia rispetto alla scelta di Anne di abortire per poter continuare a studiare, mentre tutti le diventano ostili, la possibilità di parlarne con i genitori non è nemmeno contemplata, e intorno a lei va definendosi un milieu culturale in cui viene vista come una ragazza facile e quindi di poco valore. Se è incinta allora vuole sicuramente avere rapporti sessuali anche con l'amico a cui lo confessa. Persino gli insegnanti, di fronte al suo calo di rendimento, perdono ogni rispetto per lei.
 
Nella scansione temporale che vede passare le settimane la tensione cresce e si fa palpabile, anche se il disagio della protagonista non emerge a parole ma trapela solo nei suoi gesti di rabbia e orgoglio, nel suo tentativo di aborto autopraticato (ricostruito con viscerale, anatomica precisione), e nella sempre maggiore difficoltà di concentrarsi e studiare per gli esami.
 
Un film asciuttissimo, che non cerca di trasmettere empatia nei confronti della protagonista, una ragazza sfuggente, determinata e appassionata, pur seguendola da vicinissimo, ma di ricostruire lo spirito di un'epoca, i sentimenti che l'idea di aborto suscitava negli anni '60. Non è un film schierato: i sentimenti e l'eventuale dolore di Anne non trapelano mai, in una poetica che ben rispecchia il tentativo di ricostruire frammenti di storia personale e sociale eliminando le interferenze della memoria che caratterizza il lavoro di Annie Ernaux, dal cui romanzo autobiografico L'evenement è stato tratto questo film.
Una prova di recitazione straordinaria per la giovane protagonista e un film che risulta credibile anche perché costruito con grande cura (Anne, per esempio, indossa sempre le stesse due o tre camicette, prevalentemente una per il giorno e una per la sera, un particolare che dà grande verosimiglianza al contesto di riferimento).
Se ne girassero, in Italia, di ricostruzioni di storia personale e sociale di questo tipo.
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