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Titane

Regia di Julia Ducournau vedi scheda film

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La recensione su Titane

di diomede917
7 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917:TITANE

 

Disturbante, estremo, difficile da digerire sia metaforicamente che realmente.

Queste sono state le sensazioni che ho avuto sia durante la visione, sia durante i titoli di coda e soprattutto all’uscita del cinema.

Durante il film la mascherina l’ho allungata più volte fino a coprire gli occhi per non vedere gli eccessi che la regista Julie Docournau mi ha messo di fronte e una volta fuori l’ho subito tolta per riuscire a respirare e focalizzare un film che assolutamente non puoi non notare.

La prima domanda che uno si fa è “Ma che cazzo ci avrà trovato Spike Lee di così speciale in Titane tanto da premiarlo come Palma d’Oro a Cannes e annunciarlo due volte freneticamente in anteprima creando scompiglio in sala?”.

Credo che la risposta alla fine sia più semplice di quanto uno si possa aspettare: “Perché è il film che nessun altro Presidente di Giuria avrebbe mai premiato”.

Nonostante sia un film che trae ispirazione e omaggia a più riprese Tetsuo The Iron Man e Crash, Titane è molto più attuale di quanto si pensi. Parla del processo di trasformazione sia fisica che della persona che stiamo vivendo nei nostri giorni.

Cosa possiamo intendere col la parola donna, uomo o qualsiasi identità di genere.

Tutto il film ci racconta il processo di cambiamento che vede protagonista Alexia, fin da bambina.

Il film inizia col drammatico incidente stradale che segnerà per sempre la sua vita e che la farà convivere con una placca di Titanio (che dà il titolo al film) nella testa. Primo passo di un’opera di fusione tra la carne e il metallo.

Una volta diventata adulta Alexia diventa una ragazza anaffettiva che soffre per le carenze genitoriali soprattutto paterne, una ragazza che si trasforma in una feroce serial killer ogni volta che qualcuno provi a manifestare qualsiasi gesto d’amore nei suoi confronti, una ragazza che prova piacere sessuale solo facendosi scopare selvaggiamente dalle auto. E proprio da un amplesso, che difficilmente dimenticheremo, con una Cadillac che lei rimane incinta di non so che cosa ma che comunque le fa perdere olio motore dal suo corpo facendole iniziare quel processo di trasformazione prima accennato.

La regista, alla sua opera seconda!!!!! Sottolineo Seconda!!!!, prende la sua protagonista Agathe Rousselle e le fa compiere un calvario fisico simile ad una Via Crucis. Il suo corpo viene martoriato, picchiato, tagliato, avvolto dolorosamente da bende strettissime, si cambia letteralmente i connotati frantumando il volto su un lavandino. E soprattutto fa vivere allo spettatore tutto il supplizio di questo corpo in continua evoluzione.

Ricercata dalla polizia per i suoi brutali omicidi, Alexia si imbatte in Vincent un pompiere la cui vita è stata devastata dalla scomparsa del figlio e che lui rivede e rivive nella nuova Alexia.

Anche Vincent come la protagonista è un uomo che, non accettando il fatto di essere vecchio, tortura e devasta il suo corpo. Lui e la sua squadra di pompieri sono il simbolo di un super-io che però trasuda Gender da tutti i pori come dimostrano tutte le scene di ballo in caserma che vedono protagonista un Vincent Lindon in stato di grazia.

A onor del vero io non so dire se Titane sia un bel film o un film brutto. È proprio un film che non si può definire, come la sua protagonista.

Di sicuro non ti lascia indifferente, ti entra dentro. Dopo averti investito con tutta la sua forza violenta quasi senza un senso logico, lo accetti e lo apprezzi. E lo accetti e apprezzi per quelle scene che diventeranno sicuramente scene culto come la respirazione bocca a bocca al ritmo della Macarena e il massacro nella villa in stile Charlie Manson con il sottofondo di Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli (che strana coincidenza che le due ultime Palme d’oro siano ricorse a due classici della musica italiana anni ’60).

E comunque ci tengo ad evidenziare che ad Oltralpe, due registe donne, alla loro opera seconda hanno vinto Palma e Leone D’Oro con due film cazzutissimi che ti sbattono in faccia tutta la loro personalità.

Speriamo che siano da apripista anche per il nostro cinema.

Voto 7

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