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È andato tutto bene

Regia di François Ozon vedi scheda film

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La recensione su È andato tutto bene

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: È ANDATO TUTTO BENE

Ma come cavolo fa Francois Ozon a fare così tanti film, a farli tutti diversi e soprattutto a non sbagliare un colpo.

Dopo gli amori che aiutano a crescere di quell’Estate dell’85 che stravinse a Roma, Ozon porta a Cannes il senso della morte che la scrittrice Emmanuèle Bernheim ha raccontato nel suo libro autobiografico “E ‘andato tutto bene”.

Il suicidio Assistito e l’eutanasia sono il pretesto per raccontare i conflitti familiari tra un padre assente e un po’ menefreghista e una figlia che nonostante il rancore e l’odio lo considera la persona migliore del mondo e che ha amato di più.

Ozon decide di delimitare tutto fin da subito il suo raggio d’azione sia temporale che narrativo. Il suo occhio osserva e non invade, la sua narrazione è secca non troppo fredda e neanche senza grossi sbalzi emotivi. È una regia che rispetta il dolore e che si plasma all’ambiente alto borghese dei suoi protagonisti.

Il percorso che porta alla morte è lungo e breve allo stesso tempo, tappe precise che scandiscono il tempo e il susseguente percorso emotivo.

Tutto ha inizio il 15 Settembre quando il padre della protagonista Andrè ha un ictus che modificherà per sempre lo stile della sua vita. Una vita che per 85 anni ha vissuto in maniera intensa e che ha goduto in ogni attimo nonostante fosse sposato una donna perennemente depressa, nonostante abbia trascurato e maltrattato soprattutto psicologicamente le sue due figlie e nonostante abbia dovuto tenere quasi nascosta la sua omosessualità e il suo vero amore per Gerard.

Proprio per il rispetto che ha verso la vita chiede alla figlia di fare in modo di farla finita il prima possibile, prima che questo stato di limbo che gli ha riservato l’ictus possa degenerare.

Ozon decide di seguire i quasi 8 mesi che portano al gesto estremo dettagliando date ed eventi, seguendo l’evoluzione passo passo dei protagonisti interpretati in maniera magistrale da Sophie Marceau e Andrè Dussolier (lui veramente da premio).

Dallo scoramento per la malattia, alla non accettazione della scelta paterna fino alla consapevolezza che forse sia la cosa più giusta da fare. Evidenziando anche la fortuna a nascere ricchi perché i poveri non possono permettersi nessuna scelta attenderanno il proprio tempo di morire e anche con molto dolore.

Fortunatamente la chiave di lettura che ha voluto dare Ozon al suo È andato tutto bene non è quella del ricattatorio dramma ospedaliero e neanche quello politico del Diritto a Morire.

Paradossalmente c’è tanta vita in questo racconto di morte e soprattutto c’è tantissima ironia nell’affrontare questo passaggio.

Il regista si focalizza sul recuperato rapporto padre e figlia, sullo scegliere ponderatamente la data giusta per morire in modo di vedersi il concerto del nipote, parlare di Bunuel col genero, mangiare bene nel ristorante chic col cameriere bello e soprattutto avere il tempo e la lucidità per dire ti amo alle persone a cui si è voluto veramente bene e che non hai mai fatto nonostante tu abbia avuto una vita davanti a te.

E’ andato tutto bene è un film freddo e caldo contemporaneamente che contiene la freddezza del borghese francese ma con il vigore dell’artista che sa assaporare e dare il senso alla vita. Che sia essa nel colore grigio di una scultura, di una retrospettiva cinematografica o di una rassegna di musica classica.

Voto 7,5

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