La recensione su Army of the Dead

di alan smithee

4 stelle

NETFLIX

Il mondo è infestato dagli zombi (che novità senza precedenti…) e quando all'ex soldato Scott Ward, ora cuoco da fasr food scalcinato, viene proposto di far parte di una squadra di ex-combattenti o killer che sia disposta, dietro lauto compenso, a partecipare ad una missione presso una zona della metropoli posta in quarantena in quanto assediata da un pullulare senza meta di non-morti affamati e violenti, ove sono custoditi almeno 200 mln di dollari presso un caveau di un ex casinò, l'uomo non trova un motivo plausibile che lo convinca a sottrarsi a quella possibilità di cambiare stile di vita, pur in presenza di quella minaccia costante e ineludibile.

Ben 148 minuti di blockbuster diretto con innegabile professionalità, ma senza un pizzico di novità in grado di emozionarci, al servizio di una trama che, più che rifarsi alle atmosfere di 1997: Fuga da New York di Carpenter, più che altro scopiazza senza vergogna di quell'esagitato Penisula che, a sua volta, è stato una sorta di sequel un po' tamarro, ma tutto sommato divertente, di quel ben più riuscito horror Train to Busan che ci ha fatto conoscere Yeon Sang-ho, tosto giovane regista coreano.

Ana de la Reguera, Matthias Schweighöfer, Omari Hardwick, Raúl Castillo, Nora Arnezeder

Qui in regia non troviamo un nome qualunque, almeno nell'ambito del cinema mainstream, nati cinematograficamente proprio con gli zombie col remake romeriano del 2004 - nemmeno troppo male - de L'alba dei morti viventi: Zack Snyder.

Il papà di 300, do Watchmen, di Superman e della Justice League tenta qui di coinvolgerci in un action, più che in un vero e proprio horror, ove tuttavia latitano sia la tensione, sia l'adrenalina che si converrebbero come requisito essenziale per un film che si dimostra anche prolisso e completamente privo di ogni spunto originale, forte di un cast assai poco memorabile, ove primeggia, se non altro per massa muscolare e peso, il colosso Dave Bautista.