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Metropolis

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su Metropolis

di giansnow89
10 stelle

Non ci si crede che tutto questo sia stato fatto un secolo fa.

Fritz Lang già aveva trattato la tematica dell’oppressione derivata dal potere ne Il dottor Mabuse, un demonio abile a soggiogare le menti per piegarle all’obbedienza. Una metafora incredibilmente anticipatrice di quello che sarebbe stata la macchina propagandistica del totalitarismo hitleriano negli anni a venire. In Metropolis il potere non è esercitato sulle menti: il Sistema, nella figura del signore supremo della città nonché suo creatore, grava sulle persone fisiche, schiave delle macchine. E non è difficile ravvisare già nella primissima sequenza del “cambio di turno” una virulenza profetica precognitiva dell’orrore dei lager, in quella marea ingobbita di poveracci, che a passo lento, ammucchiati uno contro l’altro, s’avviano ai cancelli della prigionia. Esiste un cinema d’afflato cosmico che è anni, decenni avanti rispetto alla propria epoca, tanto per argomenti quanto per messa in scena. Quando guardiamo Metropolis, ogni secondo ci chiediamo come sia possibile che la carta d’identità reciti 1927. Altri film espressionisti degli anni ’20, come Caligari o Nosferatu, ancorché epocali, tradiscono la propria età e una certa rudimentalità che pare non essere estirpabile dall’essere figli del loro tempo; The General di Keaton (che comunque è un film americano), con il suo spettacolare inseguimento fra i treni e il crollo del ponte, lo credo un lavoro decisamente più alla Metropolis. Qualcuno per il film di Lang parla di Blade Runner 50 anni prima di Blade Runner; io dico che nella sequenza del panico generale seguito all’inondazione nei sotterranei, coi bambini abbarbicati sulle scalinate, ho visto pari pari lo sfacelo appena precedente all’affondamento del Titanic nel film di Cameron. Lang ha ricreato lo stesso identico terrore di uno dei kolossal più costosi della storia americana, 70 anni prima. Le sequenze nei locali notturni, come già del resto in Mabuse, precorrono i lussi sfrenati di molti film gangster scorsesiani e depalmiani; altre invenzioni visive - come l'apocalittico mostro che sorregge la falsa Maria, o le visioni sovrapposte di volti e di occhi -

sfociano nell’horror psicologico, o nell’onirismo, se non nel surrealismo puro di Bunuel e più in là di Jodorowsky. 

 

 

Metropolis è molto, molto, molto di più che il primo kolossal di fantascienza della storia: è un manuale di storia e di cinematografia scritto molto prima che tante cose accadessero e tanti film venissero girati.

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