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Fino all'ultimo indizio

Regia di John Lee Hancock vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Fino all'ultimo indizio

di Andreotti_Ciro
5 stelle

Il vice sceriffo Joe Deacon della contea di Kern viene mandato in trasferta alla centrale di polizia di Los Angeles per raccogliere le prove forensi relative a un recente omicidio. Una volta in centrale Joe incontra i suoi vecchi colleghi e Jim Baxter, un giovane detective che sta indagando sulla scomparsa di una ragazza, un caso molto simile a un’indagine irrisolta e condotta anni prima dallo stesso Joe. I due iniziano a collaborare in via ufficiosa e le loro indagini li portano a sospettare di Albert Sparma, commesso di un negozio di riparazione elettrodomestici.

 

Una trama intricata e che richiama nemmeno troppo velatamente il Se7en di David Fincher. Due poliziotti molto diversi, l’uno con un passato famigliare e professionale burrascoso che lo hanno velocemente portato ai margini del proprio lavoro, e l’altro molto più giovane e con una carriera e una vita famigliare invidiabili. Differenti ma uniti dal desiderio comune di trovare un colpevole che pare sfuggire alla cattura da troppo tempo.

 

Una pellicola messa in pista da John Lee Hancock, The Founder e The Blind Side, due dei suoi lavori più celebri, che dopo quasi trent’anni di gestazione e dopo averne proposto il soggetto a numerosi colleghi, fra i quali spiccano i nomi di Spielberg e Eastwood, ha al fine deciso di dirigere in prima persona affidando la narrazione, che parla non solo di colpevoli, indagini e prove da raccogliere ma anche di colpe non emendabili, a un veterano del genere come Denzel Washington, per l’ennesima volta calatosi nel ruolo di un uomo di legge, in tal caso dotato di un passato che solo gradualmente sarà svelato agli spettatori. A fargli da sodale nel ruolo di Jim Baxter è Rami Malek che lasciatosi alle spalle Mr. Robot e l’Oscar per il ruolo di Freddy Mercury in Bohemian Rhapsody, si cala nella parte di un detective meticolosoe arrivista. Dall’altro lato della barricata Jared Leto che aggiunge alla sua lunga fila di personaggi borderline quello del catalizzatore di prove e sospetti Albert Sparma, commesso dal fare ambiguo e dai modi melliflui e strafottenti che potrebbero valere allo stesso Leto una nuova candidatura ai premi Oscar.

 

Thriller psicologico che lascia incollati alla poltrona ma che purtroppo e come detto sa molto di minestra sapientemente riscaldata.

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