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Il grande botto

Regia di Leone Pompucci vedi scheda film

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La recensione su Il grande botto

di zombi
8 stelle

grande film, grande commedia con toni molto malinconici e tristi annegati nel tono elettrizzato di questo scassato road-movie alla ricerca dell'amico al quale hanno consegnato la cedolina del lotto vincente. si perchè michele(buccirosso) fa il barista di un bar frequentato solo negli orari in cui c'è la moglie teresa(francesca nunzi)e di lì a poco gli aprirà giusto di fronte una pasticceria fornitissima. emilio(solfrizzi) cerca di vendere case per un tizio di ostuni che ha tappezzato la città coi manifesti elettorali del suo ingombrante faccione e gli manca una mano per un petardo esploso. marco(alessandro di carlo) fa l'autista di pulmino della scuola, ha due figlie e una moglie allettata da una malattia che lascerebbe qualche possibilità se ci fossero palate di soldi e giuseppe(gennaro nunziante)fa l'insegnate, ha 40 anni vive con mamma e papà rintronato dalla matriarca e si scopa un'alunna. giocano a calcetto con una speranza delusa del calcio(amendola)che si spaccia per un gran imprenditore. quando scoprono di aver vinto, cominciano a cercare l'ex calciatore che pare sparito. i 4 amici sono talmente scossi dall'idea di aver vinto 86miliardi di lire che si affidano ad un album fatto da marco con tutti i ritagli del divo calcistico decaduto del paese. vanno dalla fidanzata parrucchiera, poi dall'allenatore(messeri), da diversi colleghi e ce ne fosse uno che avesse parole buone, tranne la fidanzata. ognuno ha un buon motivo per avere la propria parte di quella cifra faraonica(chi del resto non l'avrebbe) e di mano in mano che si avvicinano alla meta, nunziante si è diretto a nord, la pressione delle varie pentole a pressione che sono i nostri protagonisti sembra esplodere. ho riso di gusto in svariate occasione e tutte piacevolemente spalmate lungo la durata della pellicola. se buccirosso e solfrizzi sono attori che si sa di cosa sono capaci, le sorprese per me sono state di carlo nei panni di marco sapone l'autista di pulmino, vestito con un pigiama a pantaloncini corti, mocassini e calze al ginocchio scure una su e l'altra giù. di carlo tra l'altro è protagonista di una scena toccante, ambientata nel bagno di casa, mentre si sfoga in un pianto che dev'essere un rito serale. gennaro nunziante invece nelle vesti del professore che si sollazza con le grazie della studentessa è un single un pò isterico che evita per partito preso. ce l'ha con gli amici per "averlo coinvolto nella vincita". con un senso di colpa allucinante per il fatto di vivere ancora in casa("non mi farai diventare come papà"urla alla madre, salvo poi farsi provare la febbre con un bacio in fronte)ed è stratosferico quando prende in mano una delle tante situazioni disperate durante il viaggio chiamando "coglione" marco e "cornuto" michele con tanto di corna esibite. ma tanti sono i momenti come quando invita alla "civiltà.... michele civiltà.... da uomo del 900" michele dopo che ha saputo delle corna del suo miglior amico emilio. oppure teresa ed emilio in intimità. lei chiede a lui di carezzarla, ma emilio ha una mano finta e una ingessata dopo che michele lo ha corcato. oppure a venezia davanti alla casa di una delle fiamme di nunziante(amendola)i 4 si mettono a piangere stanchi e disperati e dietro di loro compare un funerale. o sempre a venezia quando michele aiuta emilio a fare pipì e parlano della donna che amano(moglie del primo e amante del secondo). quando alla fine trovano il colpevole, e il loro viaggio non voluto oltremodo avventuroso(fatto per di più in pulmino)giunge al termine, nunziante li secca presentadogli "la sua fuga" per quella che invece era. mica sapevano che era un morto di fame e lui risponde loro che "agli stronzi si racconta quello che vogliono sentirsi raccontare... agli amici si racconta la verità, e voi siete degli stronzi ricchi". avevo appena finito di rimpiangere certi film anche non del tutto riusciti, come NON TI PAGO coi fratelli de filippo, ma il sud 58 anni dopo regala una commedia che dev'essere vista per essere apprezzata pienamente nel suo svolgersi e nei cliché che ho elencato poc'anzi. 

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