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Due donne

Regia di Rebecca Hall vedi scheda film

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La recensione su Due donne

di pazuzu
7 stelle

Un film dal passo lento, eppure efficace, nel proporsi come pacata e al tempo stesso ficcante riflessione sul razzismo e sulle sue conseguenze dirette e indirette.

 

 

Nella New York della fine degli anni Venti, Irene si reca in un bar dove viene avvicinata e salutata da Claire: fino a dodici anni prima erano grandi amiche, ma quest'ultima, con i nuovi capelli biondo platino in stile Barbie, era divenuta ai suoi occhi irriconoscibile. Parlando del passato e del presente, Claire le fa presente come sia riuscita, visto il 'tono' chiaro della propria pelle, a farsi passare per bianca per poter lasciare Harlem, trasferirsi a Chicago e sposare un affarista bianco pieno di soldi. Irene, che avrebbe potenzialmente potuto adottare la stessa strategia, aveva invece scelto di restare fedele a sé stessa, rimanendo ad Harlem e sposandosi ad un noto medico più nero di lei e pure idealista. Controvoglia, dietro l'insistenza dell'ex amica, la accompagna nell'hotel dove alloggia col marito, e quello che le si para davanti è un razzista bifolco: conversando con lui, si trova costretta a far ciò che per una vita si era rifiutata di fare, ovvero fingersi bianca per reggere il gioco all'altra, prima di lasciare la stanza visibilmente scossa.

 

 

L'attrice Rebecca Hall esordisce alla regia trasponendo in monocromatico e con ratio 4:3, Passing, romanzo scritto nel 1929 da Nella Larsen, esponente di punta della Harlem Renaissance: l'esito è un film dal passo lento, eppure efficace, nel proporsi come pacata e al tempo stesso ficcante riflessione sul razzismo e sulle sue conseguenze dirette e indirette.
Da un lato, l'(auto)inganno cui Claire ha avuto la viltà di ricorrere in cambio di una vita agiata le si ripresenta, e l'incontro con Irene - riuscita a realizzarsi senza condannarsi a mentire ogni giorno - riapre in lei una ferita mai del tutto chiusa; dall'altro, il successivo nuovo ritorno di un'insistente Claire nella sua vita fa sorgere nella stessa Irene il sospetto, via via crescente, che il suo fascino singolare possa aver in qualche modo fatto presa su suo marito, inizialmente perplesso ma col passare del tempo e delle visite sempre più comprensivo e accondiscendente nei suoi confronti.
Merito della Hall, in fase di regia ma anche di scrittura e definizione dei personaggi, è quello di aver lavorato su più strati costruendo una tensione che si instilla lieve come il dubbio che gira in testa a Irene, o come la solitudine che attanaglia Claire: la gelosia da un lato, l'invidia dall'altro, montano in un'atmosfera malinconica e scura verso un finale sinistro e - in un contesto simile - probabilmente inevitabile.

 

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