Regia di Federico Zampaglione vedi scheda film
Il giovane Lodo si esibisce con la sua band, i MOB, di cui è il frontman, al “Morrison”, storico locale romano. E’ timido e ha difficoltà a vincere la paura di stare sul palco; inoltre, pur convinto del suo talento, non riesce a vedere prospettive future certe per il suo futuro. Casualmente incontra Libero, cantautore di mezz’età che ha avuto una grande carriera e molto successo, ma che da anni si è ritirato nella villa con la moglie nell’attesa di ritornare su una cresta dell’onda che però sembra ormai irraggiungibile. Tra i due nasce un’amicizia, scandita da molti sviluppi.
Mi ha stupito che non ci sia ancora alcuna recensione di questo film qui sul sito (spero qualcuno provveda a colmare la lacuna), è vero però che a giudicare dagli incassi dei primi dieci giorni di programmazione noto che si sta rivelando un flop al botteghino, con una media per sala davvero molto bassa nella prima settimana di programmazione, ed è già quasi sparito la seconda.
Diretto da Federico Zampaglione, al suo quarto film, che questa volta si trova nella sua confort-zone, quella del mondo della musica, baricentro su cui ruota tutta la vicenda, io lo trovo un film molto spesso coraggioso ma allo stesso tempo anche assolutamente imperfetto.
Coraggioso perché il regista sceglie di metterci del suo, si vede che il racconto è molto personale, la sceneggiatura è molto carica e questo consente di mantenere un ritmo accelerato e costante, imperfetto perché a volte alcune situazioni risultano un po’ troppo stereotipate e poco supportate da spiegazioni logiche.
Lorenzo Zurzolo, qui alla prima prova da protagonista di un’opera cinematografica, è molto bello e telegenico (ha due occhi davvero bellissimi che certo si fanno notare sullo schermo gigante), ma, pur non sfigurando troppo, si vede che manca del carisma necessario a reggere l’importante ruolo, e poi sembra rendere il suo personaggio più distaccato e meno empatico di quanto dovrebbe essere. Ha imparato a suonare la chitarra per il film e uno dei pezzi che si sente è scritto da lui. Migliori le prove di Giglia Marra (Luna, la moglie di Libero) e Daniele Rienzo (un componente della band). E a sorpresa spuntano Ermal Meta, in un ruolo che da lui non ti aspetti, e Alessandra Amoroso (!).
Gli dò comunque un voto positivo perché non mi ha lasciato indifferente. Bella la colonna sonora, in primis il brano portante, la bellissima “Cerotti”. Voto (da 1 a 10): 7.
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