Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film
Il capolavoro di Ozu, un film che con semplice linearità disegna un affresco di un Giappone di altri tempi, forse il più impietoso dei resoconti di un mondo che si è lasciato alle spalle tradizioni millenarie, abitudini, atmofere fagocitate da una modernità che in poche altre parti del mondo ha stravolto completamente il tessuto sociale precedente. i due anziani protagonisti sono proprio l'anello di congiunzione tra vecchio e nuovo, l'ingranaggio che serve ad un futuro che incombe ed al tempo stesso quel passato che pesa e che si vorrebbe relegare al folklore. I figli non hanno tempo per loro, solo la giovane nuora da poco rimasta vedova, anche lei quasi ancorata ad passato che non ritorna, sa cogliere questo altro tempo, questa lentezza che vuol dire anche in qualche modo non voler vedere che tutto ciò che li circonda sta velocemente cambiando (anche se l'invito alla nuora di rifarsi una vita è quando di più propositivo ci sia). Un film poetico ed al tempo stesso impietoso, un ritratto appassionato di un Paese che evolve ma che al tempo stesso lascia scoperte le sue radici più profonde.
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