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Matrix Resurrections

Regia di Lana Wachowski vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Matrix Resurrections

di axe
6 stelle

Thomas Anderson è il principale sviluppatore dei videogiochi della serie Matrix; le suggestioni del gioco hanno una forte influenza sulla sua psiche, poichè ha difficoltà a distinguere la propria realtà, da un'altra, nella quale egli agisce sotto il nome di Neo. Corroborano quest'incertezza le sensazioni che gli suscita il ciclico incrociare, durante le sue giornate, una donna della sua stessa età, Tiffany. La sua confusione mentale è tenuta sotto controllo da uno psichiatra, che gli prescrive, allo scopo, delle ... pillole blu. Thomas sceglie di non assumerle più, ed i personaggi del suo "gioco" gli si rivelano consentendogli di (ri)scoprire la vera natura di Matrix e l'appartenenza alla realtà alternativa. Contestualmente, prende coscienza di un'altra identità di Tiffany. Ella è Trinity, personaggio chiave del suo passato in tale piano esistenziale, un mondo futuro nel quale le macchine, divenute senzienti, hanno reso l'umanità loro schiava, relegando il corpo degli individui all'interno di celle, con lo scopo di trarne energia, ed imprigionandone la mente nel citato Matrix, un mondo illusorio e virtuale modellato su recenti epoche storiche e popolato di "bot", entità inserite nel "programma madre" con la funzione di controllo e correzione errori. Preso contatto con gli umani superstiti e liberi, Thomas / Neo, dovrà dapprima conoscere il nemico ed il suo ambiente - il nuovo Matrix è diverso e più "efficiente" del precedente - e successivamente prendere decisione importanti, la prima delle quali riguarda Trinity. Quarto episodio della serie "Matrix", realizzato a distanza di quasi vent'anni da "Revolutions", racconta delle imprese di Neo a cavallo dei due universi. Gli schieramenti contrapposti sono frammentati. I pochi superstiti dell'umanità non sono del tutto concordi tra loro, ed anche tra le macchine - robot, nelle più disparate sembianze, ed entità "software" che esistono solo in Matrix - c'è chi ha scelto di sostenere l'uomo. Il complesso interagire tra le parti apre introduce argomenti complessi. C'è, innanzi tutto, il tema, non nuovo, del libero arbitrio; e c'è il tema dell'opportunità. Meglio vivere nella realtà artificiale generata dalle varie versioni di Matrix, tutto sommato consolante, o nel mondo reale, con la consapevolezza delle illusioni perdute ? La risposta non è semplice. La connotazione sempre più sfumata di Matrix, un mondo digitale, ma popolato di "bot" ed altre entità che sfuggono al controllo dei suoi artefici lo rendono sempre meno funzionale al suo scopo primigenio, quello di "sedare" l'umanità a tutto vantaggio della futura specie dominante. In questo episodio, è una sorta di campo di battaglia per il dominio del quale si affrontano, con diverse istanze, creature di forme e natura diverse. Il nemico non è più, a tal proposito, l'"Architetto" - creatore e manutentore del Matrix del passato - bensì, l'"Analista", presente in Matrix nelle sembianze dello psicoterapeuta di Thomas. L'"Analista" è un manipolatore, un trasformatore; questa entità ha interesse ad approfondire una sua teoria secondo la quale la resa energetica del corpo umano è superiore se la relativa mente è sottoposta a stress; pertanto, tormenta l'umanità prigioniera in Matrix generando disagi, individuali e collettivi, sempre maggiori. Presupposto per ottenere l'evoluzione di Matrix in tale senso è il controllo sui corpi di Neo e Trinity, i quali cercano di volgere a loro favore questa necessità, agendo nei due piani dell'esistenza. Tornano, dunque, in questo episodio, personaggi ed interpreti del passato. Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss sono, rispettivamente, Neo e Trinity, ancora in forma nonostante i molti anni in più. La sceneggiatura porta immediatamente lo spettatore "in medias res". E', pertanto, indispensabile, ricordare vicende, ruoli e teorie descritti negli episodi precedenti. Non rilevo nulla di particolarmente innovativo sotto l'aspetto dell'azione. Ancora una volta, assistiamo a lunghi e coreografici combattimenti, in barba alle leggi fisiche che governano il nostro universo. Molto evocative e varie sono le ambientazioni, che spaziano da una nostra apparentemente normale contemporaneità a sue astrazioni ricche di simboli; dalle località quasi confortevoli dell'ultimo rifugio umano nel mondo delle macchine, a tunnel palpitanti di vita artificiale ostile. Ho trovato la visione di questo lungo quarto episodio della serie creata dai/dalle fratelli/sorelle Wachowski molto difficile. Non solo, è richiesto allo spettatore un ricordo di quanto già raccontato nella trilogia di quasi venti anni prima, ma anche una buona predisposizione a concepire l'esistenza di personaggi, umani e non, o loro "proiezioni", sia nel mondo virtuale, sia nel mondo reale, con conseguente, estrema, libertà di azione. Ciò porta i due livelli di realtà a compenetrarsi; è facile, dunque, smarrire l'orientamento in un relativismo che a tratti pare fine a sè stesso. Matrix, nella narrazione precedente, era un male. In questo episodio è invece un mondo da comprendere, plasmare, dominare. Probabilmente, in episodi futuri verrà fatta chiarezza; "Matrix Resurrections" mi ha lasciato decisamente confuso.

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