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Da uomo a uomo

Regia di Giulio Petroni vedi scheda film

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La recensione su Da uomo a uomo

di nibacco
6 stelle

Dopo 15 anni di lavori forzati, Ryan ottiene la libertà. Intanto, Bill, un giovane abile pistolero, rinuncia all’incarico di vice sceriffo. I due si incontrano casualmente e scoprono di essere a caccia delle stesse persone. L’anziano Ryan vuole procedere da solo e rifiuta una eventuale collaborazione.

 

E’ destino però che le loro strade si incrocino. Un destino benevolo, perché li porta ad aiutarsi a vicenda nei momenti di grave difficoltà. L’inseguimento finisce in un piccolo villaggio messicano, i cui abitanti sono vessati da una banda di fuorilegge. Qui, il giovane Bill scopre che il suo compagno di avventura è uno dei cinque banditi che, quando lui era piccolo, aveva preso parte all’uccisione dei suoi genitori.

 

Come si giustificherà Ryan? E quale sarà la vendetta di Bill?

 

Anni sessanta, spopola il filone spaghetti-western di cui Sergio Leone ed Ennio Morricone sono i protagonisti incontrastati. Il regista Giulio Petroni dirige questa opera proprio sulla scia di Leone. Battute, sguardi, duelli, sparatorie sotto il sibilo del vento, ci riportano ai suoi film, ma senza il mitico Monco (Clint Eastwood) e senza il carismatico Ramòn (Gian Maria Volontè).

 

Nonostante la lode da parte di Quentin Tarantino, il film non riscuote grandi consensi se non un discreto apprezzamento da parte della critica e del pubblico stesso. Le scene finali ricordano il film cult  “I magnifici sette” , nel quale sono due i pistoleri che si mettono al servizio dei peones, anche se per scopi personali, per sgominare la banda che compie razzie e semina terrore nel villaggio.

 

Un film che non avvince ma che tuttavia si regge in piedi grazie alla presenza di Lee Van Cleef, attore simbolo del genere western. La colonna sonora è di Ennio Morricone che non delude mai.

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