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Da qui all'eternità

Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film

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La recensione su Da qui all'eternità

di nibacco
8 stelle

Honolulu 1941. Truppe militari statunitensi si trovano di stanza nell’arcipelago delle Hawaii. L’America non è ancora in guerra, quindi i soldati si godono il paesaggio, il clima e i locali dove belle ragazze fanno da intrattenitrici.

 

Angelo e Robert sono molto affiatati tra di loro. Il primo è una testa calda e insofferente alla disciplina, l’altro un convinto soldato. Quest’ultimo, arruolatosi prestissimo in quanto orfano di entrambi i genitori, è reduce di un incidente di boxe avvenuto, quando era ancora civile, durante un allenamento. Qui colpisce l’avversario il quale finisce in coma e in seguito rimane cieco. Da allora, decide di non salire mai più sul ring.

 

Purtroppo, Robert si trova nella sesta compagnia comandata da un fanatico di boxe, il capitano Holmes. Costui lo mette sotto torchio provocandolo e punendolo continuamente affinché cambi idea e ritorni sul ring a combattere nei tornei militari.

 

Nel frattempo nascono degli amori: Robert si innamora di una giovane donna che fa l’entraineuse, Lorena, il cui vero nome è Alma; mentre il sergente maggiore, Warden, anch’egli della sesta compagnia, imparziale e ligio al dovere, inizia una relazione con la moglie del suo capitano.

 

A questo si aggiunge la severa punizione di Angelo per aver abbandonato il posto di guardia durante il servizio armato. Tutto succede così in fretta. Ma che ne sarà di Angelo? E gli amori trionferanno?

 

Intanto l’Impero Giapponese attacca Pearl Harbor. E’ il 7 dicembre del 1941.

 

Il film, girato in bianco e nero, è tratto dal romanzo di James Jones “Da qui all’eternità”. Considerato un classico della cinematografia, viene premiato con ben otto oscar di cui uno va al regista Fred Zinnemann che ha saputo, sullo sfondo della seconda guerra mondiale, raccontare con mestiere i soprusi militari da parte dei superiori, le vite più disparate di alcuni personaggi e gli amori tormentati tra ambizioni e infelicità.

 

Tre Oscar vanno ad attori non protagonisti. Due femminili e il terzo a Frank Sinatra che nonostante la piccola parte, dimostra di non essere solo la “voce” ma di avere anche talento recitativo dimostrandolo in seguito in tanti altri film.

 

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