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Nosferatu, il principe della notte

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nosferatu, il principe della notte

di will kane
8 stelle

L'ombra adunca che sale le scale minacciosa del vampiro Nosferatu è negli incubi di ogni buon cinefilo fino dagli anni Venti: il capolavoro di Murnau venne ripreso da Werner Herzog alla fine degli anni Settanta, con buon successo, e la parte principale del non-morto ( alias il conte Dracula, ribattezzato qui come nell'originale per questioni di diritti d'autore) è stata una delle massime interpretazioni di Klaus Kinski, braccio destro e nemesi dell'autore tedesco. Il "Nosferatu" herzoghiano è uno dei più riusciti film sui vampiri dell'ultimo trentennio, le tinte autunnali della fotografia, l'alone di macabro che la pellicola emana è percepibile sin dai titoli di testa, con la descrizione di catacombe e cadaveri mummificati che rappresentano l'habitat del mostro. Rispetto al film di Murnau, e al mito stokeriano, Herzog sceglie un finale affatto rassicurante, con tanto di esplosione di morbi pestilenziali nella terra d'origine di Harker-Bruno Ganz, e lo stesso malcapitato-vittima del vampiro atto a perpetrare la maledizione del nobile mitteleuropeo. Kinski è insieme raccapricciante e struggente, avido di plasma e amore nella scena madre con la splendida Adjani, e minaccioso e repellente come un ratto quando Harker si ferisce ad un dito e lascia trasparire per la prima volta la sua natura feroce.

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