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2001. Odissea nello spazio

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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La recensione su 2001. Odissea nello spazio

di luisasalvi
6 stelle

Mi capita spesso di pubblicare opinioni vecchie di anni o di decenni, scritte quando questo sito non esisteva o io non lo conoscevo. Questa in particolare esitavo a pubblicarla perché non ho voglia di sentirmi dire, senza argomentazioni, che ho visto un altro film o che non capisco nulla (“pazzesco!”, “incredibile!” e altre piacevolezze apodittiche) solo perché valuto diversamente. Adesso poi ho letto, nella più dotta e frequentata tavola rotonda sul film ospitata in questo sito (i 23 commenti all’opinione di snaporaz68; o piuttosto una selezione di opinioni spigolate altrove), un intervento di tono conclusivo (apodittico, appunto): “Ragazzi, abbiamo qualcosa su cui poter concordare: 2001 odissea nello spazio è un capolavoro ASSOLUTO del cinema. Lasciamo perdere i numeri almeno al cinema. Sull'evoluzione poi, ognuno ha - come è giusto che sia - la propria idea”. Già, l’evoluzione è una teoria scientifica vagliata e approfondita da tempo da illustri scienziati, ma è giusto che ognuno abbia su di essa la propria idea; il giudizio su un film invece non è opinabile, è un valore assoluto e indiscutibile. Come potrei osare dissentire da tanta certezza? È vero che solo su questo sito ci sono 9 giudizi di sufficienza e ben 27 negativi su questo film, ma (ribadisce Auguste con un altro intervento) “beh lì ho capito che non esiste dibattito il più delle volte, quindi...”. Quindi… c’è speranza che almeno da questa parte, se dirò la mia, non mi arriveranno strali incendiari, ma solo uno sprezzante silenzio. Comunque trovo sempre più anche autorevoli critici che avanzano riserve (argomentate) su questo film e/o su Kubrick in generale. Del resto, non ha mai ricevuto un oscar (a parte alcuni su aspetti tecnici, effetti speciali o fotografia o costumi o scenografia); certo, gli oscar non sono garanzia di corretta valutazione estetica (che, a differenza delle teorie scientifiche, non può mai avere controlli rigorosi), ma nel corso di decenni con giudici che cambiano qualche significato possono pur averlo. Insomma, mi decido a rischiare e pubblicare le mie vecchie (e rateali) opinioni:

 

(scritto decenni fa) Sempre lodatissimo da tutti; come si fa a parlarne male? Tanto più che l'ho visto solo due volte (almeno credo): la prima a suo tempo, e mi aveva annoiato e l'ho presto dimenticato, a parte l'immagine del monolito e il sospetto che volesse rappresentare "Dio" come sorgente materiale di energia pensante, ma direttamente volta a provocare violenza e morte; che poi è un tema fisso di Kubrick, che esaspera ossessivamente la tendenza alla violenza. Come "errore" dell'intelligenza, sembra suggerire qui per il calcolatore Hal 9000 (allora non si diceva ancora computer, in italiano), che uccide solo per la propria sopravvivenza, dopo che i due astronauti hanno deciso di disattivarlo a causa di un suo precedente errore. Anche la scimmia che ha osato toccare il monolito acquistandone intelligenza la usa per la caccia con il suo gruppo (prima erano tutti vegetariani, e vittime di attacchi di felini) e poi per sconfiggere il gruppo avversario che impediva al suo l'accesso alla polla d'acqua; ma nel farlo tutti continuano a colpire il "nemico" atterrato.

Rivisto ieri (1-12-2005), mi ha ancor più deluso: noiosissimo, presuntuoso, inconcludente. Ho appena interrotto il riesame di Hawks, che ho sempre considerato sopravvalutato dalla critica, perché stufo di confermare la mia opinione; ma ritengo ancor più sopravvalutato Kubrick, sicuramente a un altro livello, ben più abile, ma ossessivo e sgradevole: non sono confrontabili se non per il fatto che sono entrambi sopravvalutati, e forse indagandone i motivi si possono trovare punti in comune nel compiacere il pubblico.

Oscar per gli effetti speciali; non me ne intendo, ma credo che allora fossero davvero speciali; non ne merita altri, anche se gli oscar sono dati spesso a capocchia. Leggo ora che Di Giammatteo non ne è entusiasta ("si potrebbe definire una contorta e inconscia introduzione a un nevrotico cinema dell'orrore") e che cita giudizi negativi della critica americana, che condivido: "moralmente pretenzioso, intellettualmente oscuro, anormalmente  lungo"; "una via di mezzo fra l'ipnosi e una immensa  noia".

Buona la presentazione di Kubrick in http://site.voila.fr/cineclub, che dà 4 stelle solo a questo e 3 solo ad altri 4 (Orizzonti di gloria, Arancia meccanica, Full metal jacket, Eyes wide  shut); non condivido affatto l'ultimo, né questo. M. Ciment vi segnala l'importanza del tema musicale di R. Strauss da Così parlò Zaratustra (poi a più riprese sostituito dal Bel danubio blu di J. Strauss, con cui Mereghetti l'ha confuso, e da altri brani), che rinvia a Nietsche e alla nascita del superuomo che emerge alla fine, feto misterioso, dalla morte dell'uomo decrepito nella sua stanza settecentesca (eco di  simpatie di Kubrick, che cita spesso il settecento nei suoi film; stile veneziano o Luigi XVI o impero?). L'osso usato come arma dal primo "uomo" e gettato in aria ruota in aria e diventa l'astronave, ultimo strumento dell'uomo.

Particolarmente bello il lungo drammatico episodio della morte del calcolatore Hal provocata dall'ultimo uomo sopravvissuto alla improvvisa follia di Hal, che ora si dice pentito e pronto a rimediare… "L'homme dépasse le stade animal par le moyen de la technologie (de l'os aux vaisseaux spatiaux en passant par les ordinateurs), il atteint le stade du surhomme en se délivrant de cette même technologie".

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