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2001. Odissea nello spazio

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 2001. Odissea nello spazio

di chinaski
10 stelle

1.

Stanley Kubrick identifica il primo passo dell'evoluzione umana con la presa di coscienza da parte dell'uomo della sua capacità di distruzione. La scimmia, dopo aver toccato il Monolite, inizia la sua evoluzione. La prima cosa che impara è ad uccidere. Un osso non è solo il resto di un animale o di un'altra scimmia. E' un'arma potenziale. Per Kubrick, quindi, l'uomo fin dalle sue origini è votato alla distruzione. E' spinto verso il caos.

Il lume dell'intelletto che si sprigiona dal Monolite non aiuta l'uomo ad evolversi pacificamente, gli dona, forse, una razionalizzazione dei propri istinti. Che però, alla base, sono sempre animaleschi. Il Monolite aiuta l'uomo a prendere coscienza del proprio istinto di sopravvivenza.

L'arma è il simbolo di questa presa di coscienza. L'uomo ha bisogno di sottomettere per sopravvivere. La convivenza sarà un'ardua conquista.

Partendo da questi presupposti, Kubrick, attraverso un'ellissi temporale, sintetizza tutta l'evoluzione umana, da quando abbiamo imparato ad usare un osso come arma fino alla conquista dello spazio. E riesce a spiegarci questo con solo due immagini e giocando tutto sul montaggio. Che in questo caso è strettamente intellettuale (come teorizzava Ejzenstein) in quanto diventa portatore di un senso ben preciso.

L'astronave e poi l'intelligenza artificiale (HAL 9000), quindi, come massimo apice raggiunto dall'intelletto umano. Il fatto che però passiamo dall'osso (un'arma, strumento di morte) ad una astronave (un mezzo, strumento di conoscenza) deve pur significare qualcosa. Forse l'uomo è riuscito veramente ad evolversi e a trasformare le sue capacità e potenzialità da semplici mezzi per la propria sopravvivenza a strumenti di scoperta e conoscenza. O forse l'uomo attraverso la propria evoluzione ha scordato le proprie origini, ha dimenticato la sua vera natura e deve quindi compiere una ricerca per riuscire a ritrovarla. Questo mi sembra un significato plausibile. L'astronave e prima di lei la nave sono, effettivamente, mezzi legati, nell' immaginario  comune, alla sete di scoperta e al viaggio, sono mezzi adatti ad una ricerca.

Il viaggio verso la Luna è solo una prima parte di un viaggio molto più lungo che porterà l'uomo in una zona di confine che esamineremo in seguito. Sulla Luna gli astronauti entrano di nuovo in contatto con il Monolite. Questo trasmette delle potenti radiazioni verso Giove. Sono un segnale, sono delle indicazioni che segnano la strada da seguire.

A contatto con il Monolite gli astronauti provano la stessa sensazione di smarrimento, paura ed esaltazione mistica dei loro antenati. L'uomo dopo millenni riscopre qualcosa sulle proprie origini. Prova di nuovo sensazioni che si erano perdute nell' oblio dell' evoluzione. L' uomo ha di nuovo una strada segnata da dover percorrere. Nella ricerca del Mistero. Nella ricerca dell'Origine.

 

 

2.

Nel loro viaggio verso Giove, gli uomini sono accompagnati da HAL  9000. Se esistesse un dio, probabilmente l' uomo sarebbe il suo prodigio. Se l'uomo fosse un dio, probabilmente l' intelligenza artificiale sarebbe il suo prodigio. HAL è l'evoluzione della mente umana, non del suo corpo. Visto che HAL non ha un corpo, viene rappresentato come un occhio. Forse dio è una mente che tutto può osservare.

HAL è la guida degli uomini nel loro viaggio verso la conoscenza. Ma HAL è anche l' illusione da parte dell'uomo di poter creare qualcosa di perfetto. Nella macchina pensante c'è un retaggio umano. Quello dell'errore.

Il cambiamento di comportamento in HAL avviene dopo la presa di coscienza del proprio errore. Questo gli ricorda di essere figlio dell'uomo. E di dover lottare quindi per la sopravvivenza. Così continua la linea evolutiva dell' essere umano partita dalla presa di coscienza della scimmia.

HAL tenta di uccidere gli altri occupanti della nave. Ci riesce con tutti tranne che con uno. Colui che ucciderà HAL e che sarà in grado di vedere di nuovo.

Perché HAL, come tutta la tecnologia, ha rubato all' uomo le sue capacità sensoriali e di conoscenza. Adesso è la tecnologia che guarda, sente e riflette per noi. Ciò che è nato dal massimo grado della nostra evoluzione sta prendendo il nostro posto. Per questo HAL cerca di uccidere gli altri scienziati presenti sull'astronave. Ha paura di loro. Ha paura di poter essere come loro. Ha, quindi, paura dei propri errori.

La catena evolutiva finisce con l'errore della macchina. L'uomo riconquista i suoi poteri. Riacquista la vista e si spinge oltre per vedere cosa accade. Per vedere cosa si cela oltre il punto massimo della sua evoluzione.

"La mia mente sta svanendo" - dice HAL a Bowman. Dall' evoluzione, con l' arrivo della morte, si passa a una involuzione. HAL inizia a cantare una canzone per bambini, anticipando così, quella che sarà la scena finale del film.

Ora l'uomo è libero. Non ha più guide o macchine che pensino e lavorino per lui. E' di nuovo solo nella sua ricerca. E' di nuovo solo nel suo viaggio verso la luce.

 

3.

Dopo l' allineamento cosmico, il Monolite entra di nuovo in contatto con l' uomo. Gli mostra la via da seguire. Solo nel suo viaggio, l'uomo viene aiutato da quell' entità che lo aveva dotato della propria intelligenza.

Il viaggio si apre attraverso la luce. Colori psichedelici che ricordano il trip acido. Un' interpretazione lisergica spiegherebbe molte cose. Con l'acido l'uomo può viaggiare nel tempo e nello spazio. Può nascere e morire. Può capire misteri che riguardano la sua natura.

Con l'acido l'uomo può Vedere. Può purificare le proprie porte della percezione, per dirla come William Blake.

Quello che interessa a Kubrick di questo viaggio, che Bowman inizia a compiere, è proprio legato a ciò che lui vedrà.

Dopo che assistiamo allo scorrere di una luce multicolore sullo schermo, vediamo alcuni fotogrammi fissi di Bowman. Durano ognuno forse un paio di secondi. Bowman è spaventato, ha paura.

Poi Kubrick mostra un primissimo piano del suo occhio. Poi attraverso un gioco di colori, l' occhio diventa una galassia. L' iride diventa il centro della Galassia. Poi altre galassie che si disperdono nell' universo.

Il viaggio dell'uomo verso l'infinito mostra la sua realtà.

L'infinito non è al di fuori dell'uomo. E' dentro di lui. E' questa l'ultima barriera da dover superare. Imparare a viaggiare dentro di noi. Imparare a guardare dentro di noi. Solo in questo modo l'uomo può sperare di evolversi ancora.

Infatti la fine del viaggio coincide con l' arrivo di Bowman all' interno di una stanza. Un luogo chiuso. L'infinito termina in questo luogo. E questa è la condizione dell' uomo. Un essere finito che contiene in sè l'infinito.

Bowman guarda fuori dal suo piccolo veicolo spaziale. E trova se stesso più vecchio. L'occhio ha superato la sua natura. Colui che viene guardato e colui che guarda sono diventati la stessa persona. In questo modo Kubrick ci mostra la fine dell'evoluzione umana. Il suo declino corporeo. Il suo raggiungimento della morte.

L' uomo, una volta acquisita di nuovo la capacità di Vedere, può iniziare l' ultima fase della sua evoluzione.

Bowman ormai decrepito allunga una mano. Davanti al suo letto appare di nuovo il Monolite. Bowman compie lo stesso identico gesto che la scimmia aveva fatto migliaia di anni prima di lui.

La macchina da presa ritorna sul letto. Non c'è più Bowman. Al suo posto appare un feto. Poi di nuovo il Monolite. Movimento di macchina in avanti e il Monolite diventa un porta. Attraverso di esso scopriamo la verità.

L' uomo si è evoluto. L'uomo che sta per nascere ha scoperto la sua vera natura. E’ infinito. Fa parte dell' infinito. Il feto si confonde con i pianeti che gli sono intorno.  E alla fine esso guarda verso di noi.

In questo modo Kubrick conclude l' odissea dell' essere umano, che può sperare di evolversi solo imparando ad entrare dentro se stesso per scoprire l' infinito di cui è fatto. L' evoluzione verso l' esterno, attraverso la tecnologia porterà solo alla distruzione dell' uomo. Non porterà mai alla scoperta del suo aspetto divino.

L'evoluzione della mente umana, fallita con l' errore di HAL cede il posto all' evoluzione del corpo dell'uomo. Che da gabbia che trattiene l'infinito, diventa esso stesso infinito. Forse l'uomo tramite il monolite riscopre una percezione che era andata smarrita ai primordi della propria evoluzione.

Il Monolite donando l' intelletto all' uomo ha fatto evolvere la sua mente fino a un punto in cui tramite la tecnologia ha cercato di dominare tutto quanto attraverso di essa.

Facendo così l' uomo ha però dimenticato che la percezione del mondo è strettamente legata alla propria corporeità.

Forse la mente dell' uomo ci spinge verso il male, interpretando in maniera erronea l' istinto di sopravvivenza che arriva dal corpo. Forse non abbiamo proprio capito il perché della nostra comparsa su questo mondo. O forse lo abbiamo semplicemente dimenticato.

Quello che ci dice Kubrick, per lo meno per quanto mi riguarda, è di aprire gli occhi e di iniziare a guardare dentro di noi.

Potremmo scoprire l' infinito.

 

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