La recensione su Uncharted

di IlGranCinematografo

4 stelle

Un copione ridotto a una zuppa riscaldata al microonde dei luoghi comuni più bisunti del caper movie e dei film alla Indiana Jones.

Un'avventuretta d'azione che si adagia su un piattume narrativo (ma anche emotivo) che è il tragico risultato di una lunghissima e tribolata realizzazione (l'idea era in cantiere da più di dieci anni): Ruben Fleischer ci butta il suo solito mestiere, ma pure lui dovrebbe smetterla di accettare la direzione di baracconi come questo (dunque Venom non gli ha insegnato nulla?), con un lato spettacolare perennemente inceppato e un copione ridotto a una zuppa riscaldata al microonde dei luoghi comuni più bisunti del caper movie e dei film alla Indiana Jones, fra tesori da rintracciare e doppiogiochismi stantii. Nel calarsi nei panni di Nathan Drake, protagonista della serie di videogiochi della Sony di cui il film è l'adattamento per il grande schermo, Tom "Peter Parker" Holland si atteggia ad eroe muscoloso e padrone dei propri mezzi senza essere credibile quasi mai, perché intanto si porta appresso le scorie "bimbe" dei Marvel movie (umorismo da pubertà, zainetto in spalla, faccetta rassicurante da scolaro), alimentando uno stridore fastidioso fra un rapporto alla pari col compagno di scorribande Mark Wahlberg (fra pupe, cinismo e destrezza fisica) e un tentativo di spostamento di questo rapporto verso un asse più paterno-filiale (o tra fratello maggiore e minore, visto il riferimento al passato di Drake). Se dunque le due star sono assortite alla meno peggio, Antonio Banderas fa il gigione fuori scala e le location – da Barcellona alle Filippine – sono trattate in maniera cartolinesca. Qualche setting azzeccato (il salone dell'asta, i galeoni finali), qualche accettabile sequenza di movimento e una scena post-credits accattivante, ma per il resto è quasi tutto tempo perso. Sceneggiatura di Matt Holloway, Art Marcum e Rafe Judkins.