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Il garzone del macellaio - The Butcher Boy

Regia di Neil Jordan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il garzone del macellaio - The Butcher Boy

di sasso67
8 stelle

Da un padre perennemente sotto gli effetti dell'alcol e da una madre patologicamente depressa e con manie suicide non poteva che nascere un ragazzo caratteriale come Francie. Egli ha un solo grande amico, Joe Purcell, ed alcuni grandi nemici: i comunisti, gli zotici e soprattutto i Nugent, in particolare il coetaneo Philip e sua madre, la signora Nugent. Il ragazzino, tipicamente irlandese, ha i capelli rossi d'ordinanza e un cattolicesimo di facciata che si riduce a un finto rispetto dei preti e a una predilezione per la Madonna che gli appare trasfigurando la madre che nel frattempo si è suicidata. Francie si mette nei guai per colpire i Nugent e conosce il riformatorio mediante un istituto nel quale conosce un prete degno della "Mala educaciòn". Intorno gli si sfalda la famiglia, ma la sua ancora di salvezza resta l'amicizia per Joe, con il quale ha stretto un patto di sangue. Quando anche l'amico lo tradisce, non resta che la tremenda vendetta dei porci, in un delirio quasi splatter che riporta un po' agli esordi di Jordan ("In compagnia dei lupi era", secondo me, un'allegoria che sublimava nei canoni dell'horror i sentimenti di una ragazzina alle prese con la prima mestruazione).
Il film è bello soprattutto nella prima parte, ma riesce a reggere tutta la durata con sufficiente ritmo. Il tipo di narrazione rimanda ad "Arancia meccanica", con la voce off del protagonista che narra a posteriori, ma lo stile ricorda un po' anche le prove di Terence Davies (anche se Pete Postlethwaite era più bravo del pur ottimo Stephen Rea nella parte del padre ubriacone e manesco) virato in cattivo: qui le sbornie finiscono in botte e le cantate in risse. Il giovane Eamonn Owens ha la faccia cattiva e maialesca che il ruolo richiede e la signora Nugent di Fiona Shaw è troppo pulitina e puritana e perbenino per non meritarsi di fare la fine che fa. Abbasso gli zotici.

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