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C'mon C'mon

Regia di Mike Mills vedi scheda film

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La recensione su C'mon C'mon

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: C’MON C’MON

 

Presentato alla Festa di Roma quasi in contemporanea con Belfast di Kenneth Branagh, C’mon C’mon è un film abbastanza speculare rispetto al pluripremiato film inglese.

Anche qui il bianco e nero è fondamentale e determinante per raccontare un percorso di formazione che vede protagonista un bambino di 9 anni e suo zio. E mentre Belfast è ben radicato e ben delineato nel proprio ambiente e nel proprio spazio quasi protettivo, il film di Mike Mills si dipana lungo l’America come una sorta di Road Movie emotivo.

Mike Mills qui all’opera quarta prosegue il suo discorso molto intimo e personale nei confronti del proprio io e del suo rapporto con la sua famiglia.

Se in Beginners era focalizzato su un padre che al termine della sua vita ha il coraggio di fare coming out e nelle Donne della mia vita è la madre Annette Benning ad essere al centro del percorso formativo, in C’mon C’mon è la fratellanza quella che viene messa sotto la lente di ingrandimento.

Il rapporto tra Johnny, introverso giornalista radiofonico, e sua sorella Viv i cui rapporti si sono praticamente congelati dopo la malattia e morte della loro madre.

Purtroppo, Viv ha dei seri problemi a gestire i problemi psichici del marito musicista Paul e per stargli vicino a superare questo tremendo periodo chiede al fratello di occuparsi del figlio Jesse.

Johnny accetta e inizia a vivere col nipote un momento che segnerà la vita di entrambi.

Per lavoro Johnny si porterà con sé il bambino da New York a New Orleans intervistando giovani di tutte le età, di tutte le etnie e di tutte le categorie sociali chiedendo loro come immaginano il loro futuro.

Con C’mon C’mon, il regista Mike Mills ci mostra non solo come siano cambiati i rapporti interpersonali all’interno del quadro familiare ma ci condivide la voce di un’America che sembra inascoltata e che sembra anche frenata da una società vecchia e tradizionalista.

A dare forza a questo film all’apparenza freddo ma che si scalda piano piano è l’alchimia che si stabilisce tra i due protagonisti. Un Joaquim Phoenix di ritorno dalla follia di Joker e qui molto misurato, imbolsito e adagiato nella sua vita e il piccolo Woody Norman il bambino curioso che deve diventare adulto presto viste le problematiche dei suoi genitori.

Il messaggio finale di C’mon C’mon è molto simile a quello della Grande Bellezza, dietro tutto questo mondo in bianco e nero e dietro la marea di parole che si celano dietro ogni intervista alla fine la vita è solo un lunghissimo Bla, Bla, Bla, Bla, Bla.

Voto 7,5

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