Espandi menu
cerca
La guerra di domani

Regia di Chris McKay vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Leman

Leman

Iscritto dal 18 giugno 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 41
  • Post 10
  • Recensioni 42
  • Playlist 3
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La guerra di domani

di Leman
1 stelle

Un film a dir poco vergognoso.

Ho avuto diversi problemi personali negli ultimi mesi e quindi mi sono un po’ disinteressato alle discussioni su internet e alle polemiche fastidiose dei social. Ciò mi ha portato purtroppo a distaccarmi anche da siti come Filmtv a cui ero molto affezionato. In questo momento, dopo un parziale ritorno alla normalità, invece mi sento molto propositivo e pertanto mi sono riavvicinato a quel mondo da cui mi ero allontanato tempo fa.

Per queste ragioni sono contento di ritornare a scrivere una recensione su Filmtv, ma allo stesso tempo mi dispiace ritornare per parlare di un film di un livello così basso. 

Con La Guerra di Domani ci troviamo di fronte allo zero assoluto che il blockbuster moderno ha da offrire al suo pubblico. Questo nuovo lavoro di Chris McKay con protagonista Chris Pratt è un film profondamente sbagliato in ogni sua singola componente e solamente attraverso un’analisi più centrata posso spiegarvi cosa non funziona in quest’opera. 

 

Chris Pratt, Edwin Hodge, Sam Richardson

La guerra di domani (2021): Chris Pratt, Edwin Hodge, Sam Richardson

Questa recensione conterrà spoiler, non perché la trama del film contenga chissà quali colpi di scena, ma semplicemente perché ciò che viene narrato alla sua base non ha alcun senso. 

Il film parla di un’invasione aliena avvenuta a 30 anni da oggi, in seguito alla quale l’umanità rischia di trovare l’estinzione. I coraggiosi e intelligentissimi soldati del futuro decidono allora di andare nel passato e chiedere agli stati del 2022 altri soldati per combattere la guerra futura. Tutti i soldati mandati nel futuro schiattano e il governo americano decide allora di prendere civili comuni e di mandarli in guerra per salvare il mondo. Chris Pratt è uno di quei coraggiosi uomini comuni che nel nome della famiglia tradizionale e dei valori americani puri accetterà di andare nel futuro per combattere quel temibile nemico comune.

Avete notato qualcosa di strano? 

Ebbene sì, perché la lacuna logica più grave del film risiede proprio nella sua premessa. Se gli uomini del futuro hanno preso tutti i soldati dal passato con l’idea di sconfiggere gli alieni, fermo restando che riescano per davvero nella loro impresa, come farebbero poi gli uomini del passato a difendersi dall’arrivo di tale invasione? Perché gli alieni prima o poi arriveranno comunque pure nel passato, quindi seguendo questo piano che sta alla base del film gli uomini del passato si ritroveranno senza più un esercito con cui fronteggiare l’arrivo degli alieni. Quindi ogni sforzo non sarà servito a nulla, perché il futuro muterà a favore degli alieni. Perché mai condannare il passato solo per salvare un futuro che non avverrà mai? 

L’intera base su cui si regge il film è priva di qualunque senso logico e narrativo. Per fortuna la trama prenderà altre strade, ma l’idiozia del soggetto rimarrà tale. I personaggi non penseranno mai di utilizzare il viaggio nel tempo per prevenire tale guerra contro gli alieni attraverso tecnologie future o anticipando le mosse delle creature. Non penseranno mai di utilizzare il viaggio nel tempo per migliorare il passato e prevenire ulteriori crisi. L’unica cosa che faranno sarà prendere gente che fino al giorno prima timbrava i cartellini in un ufficio e mettere loro un fucile in mano, ignorando così ogni singola politica umanitaria che impedisce allo stato di fare una cosa del genere e ignorando la pericolosità che porta mettere gente inesperta sul campo di battaglia.

Perché nel mondo di “The Tomorrow War” non hanno importanza la logica e il buon senso, tutto ciò che conta è mostrare la violenza come l’unica risposta ai problemi del mondo e il militarismo sfrenato come unica protezione dal male che ci circonda.

 

Se dall’incipit il film di Chris McKay sembra un normale sci-fi movie per ragazzi, man mano che va avanti tutti i discorsi retorici e qualunquisti non fanno altro che far venire fuori la sua vera natura propagandistica. Il film altro non è che un gigantesco spot pubblicitario per l’esercito americano, una sorta di encomio della guerra portata avanti dall’America e dal suo esercito. Non ha importanza quanto futile sia il coinvolgimento di persone comuni in una guerra così violenta e nemmeno quanto sia sconsiderato il modo in cui tali civili vengono guidati sul campo di battaglia. Questo perché per il protagonista l’uomo ha il dovere di fare qualcosa per difendere il mondo da tali minacce e quindi ognuno di noi dovrebbe supportare la guerra e il modo in cui i soldati vengono mandati al macello a combattere contro un “nemico” che non possono sconfiggere.

È interessante vedere come gli americani vivano ancora inglobati nel loro mondo a stelle e strisce, dove ogni persona parla per cliché e ogni morte deve essere patriottica e altisonante. Esistono ancora i vecchi che dicono “mi ricordo i tempi in cui combattevo in Vietnam” come nei peggiori telefilm del passato e ci sono ancora gli stereotipi su ogni singola etnia, classe e persona. Non c’è spazio per l’umanità e per l’empatia, ma solo per l’esaltazione dell’America e dei suoi valori puri e indiscutibili. 

C’è un singolo spunto per parlare di ambientalismo all’interno dell’opera, che però viene buttato alle ortiche quasi subito in nome di discorsi dalla retorica complottista e spesso privi di senso, che vedono sempre lo stato come il male assoluto, tranne quando manda civili in guerra contro morte certa.

 

Chris Pratt, Betty Gilpin, Ryan Kiera Armstrong

La guerra di domani (2021): Chris Pratt, Betty Gilpin, Ryan Kiera Armstrong

Mettendo da parte i discorsi puramente ideologici (che rimangono comunque importanti per un film così profondamente ideologico come questo), l’opera di Chris McKay risulta insopportabile in numerosi altri momenti per logica e messa in scena. I soldati vengono presi e mandati sul campo di battaglia senza un adeguato addestramento, senza un piano d’azione e senza obiettivi precisi e concreti. La prima missione è infatti la ricerca di un gruppo scientifico il cui laboratorio è situato in una zona completamente devastata dagli alieni e dai residui delle battaglie precedenti. Il capo della scientifica doveva essere probabilmente Paperoga, altrimenti non si spiega come sia venuto loro in mente di situare il laboratorio in un posto del genere quando sarebbero semplicemente potuti andare nel passato per lavorare a una sostanza così importante. Infatti quando arrivano sono tutti morti, che sorpresa. Da quel momento la missione dei soldati sarà correre da una parte all’altra della città, tra esplosioni random e sacrifici insensati.

Ritorna poi il cliché americano del rapporto padre/figlia che rischia di mandare a benedire l’intera sorte dell’umanità. La figlia dal futuro decide infatti di affidare al proprio padre la missione di salvare l’umanità perché è la persona di cui si fida di più al mondo. L’emotività irrazionale e il valore della famiglia sono ancora una volta messi davanti al buon senso e al bene dell’umanità. Più volte Pratt rischierà la vita sua e di tutta l’umanità solo per salvare la vita di una figlia proveniente da una linea temporale che alla fine del film non esisterà più. 

Per non parlare poi dell’idea geniale di costruire un muro intorno alla stazione più importante dell’esercito. Un muro così utile che verrà naturalmente sorpassato da tutti gli alieni nel giro di pochi minuti. La resistenza di tale muro non è l’unica cosa poco chiara del film, dato che pure gli alieni variano la loro capacità di resistere ai proiettili dei soldati a seconda delle esigenze di sceneggiatura. Se l’alieno deve creare casini allora resisterà a intere legioni di soldati armati di fucili d’assalto. Se invece è Chris Pratt o un altro protagonista a tenere in mano una semplice pistola, gli alieni cadranno dopo pochi colpi.

Il risvolto di trama più esilarante è sicuramente quello con cui nell’atto finale i protagonisti riescono a trovare l’astronave degli alieni. Uno dei personaggi analizza un pezzo staccato da un alieno a caso e ci trova della cenere vulcanica. Grazie a un ragazzino delle superiori appassionato di vulcani (miglior conoscitore di vulcani in circolazione, con buona pace di tutti i geologi) scoprono che quella cenere è il residuo di un’eruzione vulcanica che è andata a finire (non chiedete il come o il perché) in un ghiacciaio in Russia, sotto il quale si trova l’astronave con tutte le creature in uno stato di sonno profondo. 

Geniale la trovata degli sceneggiatori, così come è geniale la scelta dei protagonisti di far esplodere tutti gli alieni, rendendo così inutile tutta la trama riguardante la sostanza creata per ucciderli dietro alla quale è stata sprecata almeno metà del film e il sacrificio della figlia di Chris Pratt.

Grazie a McKay e Pratt abbiamo imparato infine che le leggi della fisica praticamente non esistono e che gli uomini possono sopravvivere alle leggi di gravità cadendo da chissà quanti metri sopra una piscina (convenientemente situata nel punto esatto in cui il protagonista cadrà) e che possono stare fermi vicino a una stazione petrolifera in fiamme senza avere nemmeno una goccia di sudore. Perché naturalmente non possiamo permettere che i capelli perfetti di Chris Pratt vengano rovinati dal sudore o dal sangue (completamente assente nel film, anche durante le scene dove corpi umani vengono mutilati).

Per molte persone tutte queste saranno ingenuità trascurabili, ma se normalmente siamo così cattivi con i film di Serie B, C e Z o della stessa Asylum per via delle loro illogicità e carenze, come possiamo stare zitti quando film con questo budget e con tutti questi effetti visivi cadono nei medesimi errori? 

 

Chris Pratt

La guerra di domani (2021): Chris Pratt

Il film tra l’altro non è nemmeno godibile come tamarrata americana fine a se stessa, perché fin troppo prolissa per risultare sopportabile allo spettatore medio e a dir poco insalvabile nella messa in scena. 

Anche passando sopra l’orribile montaggio sonoro (i suoni degli alieni sembrano quelli delle foche), l’incapacità recitativa di numerosi membri del cast e una regia che fa cadere in confusione lo spettatore non facendogli mai comprendere dove si trova nello spazio scenico, ci troviamo davanti a un’opera carente dal punto di vista tecnico. Molto spesso sembra di assistere a una produzione a basso budget degli anni 80 e anche nelle riprese in digitale più dinamiche non c’è mai la sensazione di star assistendo a qualcosa di professionale e studiato. Il regista ha la stessa concezione della messa in scena cinematografica che avrebbe un bambino delle elementari. Il suo precedente film (Lego Batman) aveva una regia di gran lunga superiore, forse proprio perché in questo caso il live-action gli ha messo molti limiti.

Soggettive messe a caso, inquadrature confusionarie, stacchi di montaggio che fanno gelare il sangue, fotografia e luci ai livelli di una fiction italiana, costumi a dir poco tremendi, creature aliene che non di armonizzano mai con gli esseri umani che stanno combattendo…

Ci sono tutti gli ingredienti per formare una messa in scena che nulla ha da invidiare al più brutto film di Bruno Mattei e Claudio Fragrasso. Se non ci fosse un divo hollywoodiano come Chris Pratt e tutti quei soldi dietro alla produzione, sarebbe difficile far notare la differenza.

Ci troviamo anche di fronte a dei combattimenti privi di qualsiasi forma di coinvolgimento emotivo o filmico. I protagonisti sparano alle creature e non capiamo mai cosa stia succedendo ai personaggi o quali siano gli effetti di ogni singolo sparo. I personaggi usano le loro armi e la sensazione è proprio quella che sparino maldestramente a un green screen. Sparano a qualcosa che non esiste, che non è lì con loro. 

Per questo motivo noi spettatori non siamo mai vicini ai personaggi, perché non siamo coinvolti da un singolo dialogo o avvenimento che accade in scena. 

In tutto questo miscuglio insostenibile di fotografia blanda, inquadrature amatoriali, decisioni sbagliate e sequenze incomprensibili, i civili che vanno a combattere alieni con i loro vestiti quotidiani (magliette, cappelli da chef, smoking, jeans, maglioni…) sono solo il fior all’occhiello del trash audiovisivo che questo film ha da offrire.

 

Chris Pratt

La guerra di domani (2021): Chris Pratt

Spero quindi di aver spiegato esaustivamente cosa non funziona in quest’opera. 

Seguire The Tomorrow War senza alcuna pretesa sarebbe anche l’ideale per passare una serata all’insegna dell’intrattenimento di evasione. Purtroppo opere di questo genere sono proprio insopportabili per come l’idea di base viene sviluppata. Un’opera così mal pensata e mal fatta è respingente nei confronti del pubblico. Non c’è un singolo motivo per cui una persona dovrebbe affezionarsi agli avvenimenti e ai personaggi, perché nulla di intrigante viene narrato. Le creature, che ricordano molto quella di The Host di Bong Joon-ho ma dal colore diverso, non sono abbastanza ben fatte per rendere la visione dei combattimenti quantomeno interessante.

Il film altro non è che un insieme di idee già create da altri e inserite forzatamente nei prolissi e nauseanti 138 minuti di durata. C’è un po’ di Prometheus, c’è un po’ di Aliens, c’è un po’ di Edge Of Tomorrow, c’è un po’ di Indipendence Day, c’è un po’ di Top Gun, c’è un po’ di Call Of Duty, c’è un po’ di Matrix e così via…

C’è un po’ di tutto all’interno di questo film, ma oltre la superficie non c’è nulla. C’è solo una mancanza di idee e di anima, che non viene soddisfatta nemmeno dai numerosi discorsi sulla famiglia e sull’amore padre/figlia, che vengono presi e trasformati in pura propaganda fine a se stessa. 

Ci troviamo di fronte a una delle opere di fantascienza più brutte che mi sia mai capitato di vedere, non solo perché è brutto da vedere, ma perché non ha un singolo motivo per essere visto. 

Anche come spettacolo trash risulta soporifero e pesante, perché prima o poi l’opera comincia ad andare avanti per inerzia, rendendosi conto di non avere più nulla da dire.

“Viva l’America, viva la famiglia, voletevi bene, che schifo i pacifisti, viva la famiglia” e da cui ripetere tutto fino alla fine.

Questo film, tra i peggiori del 2021, è quindi inguardabile anche se visto col cervello spento durante la visione. Nel momento in cui il cervello si riaccende, ogni singola scena cade su se stessa come un castello di carte.

A volte dubito dell’intelligenza di certi produttori di Hollywood.

 

Grazie a tutti per aver letto questo mio sfogo. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati